Don Luigi Larizza, il parroco di Taranto diventato famoso per gli insulti ai migranti e a chi li accoglieva, è cambiato radicalmente.
Secondo il Quotidiano di Puglia, il prete sarebbe pronto a gestire un progetto per richiedenti asilo e rifugiati spiegando che la cooperativa “Giovanni Paolo II”, di cui don Larizza è presidente, ha vinto la gara da 1 milione e 200mila euro indetta dal comune di Taranto per gestire lo Sprar.
Un cambio di posizione non da poco, a sentire le accuse che proprio don Larizza lanciò addirittura ai suoi “colleghi” rimproverandoli di guardare all’accoglienza dei migranti solo perché richiamati dal denaro. Sui suoi social, commentando un fatto di cronaca in cui alcuni profughi impedirono alle forze dell’ordine un arresto a Napoli, scrisse che sarebbe stato opportuno sparare.
Poi ritrattò e, come molte altre volte, fece sparire il post. Nel 2016 il nome del parroco del Sacro Cuore di Taranto balzò sulle pagine delle cronache nazionali per la sua volontà di celebrare una messa in suffragio di Benito Mussolini. Una decisione che costrinse a intervenire l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, che annullò la celebrazione. “Fatto salvo che la messa in suffragio non si nega ad alcun peccatore – scrisse la Curia tarantina – è altresì vero che quella in questione assume una particolare connotazione ideologica”.
Don Luigi Larizza: da prete 'mussoliniano' anti migranti a gestore di un centro di accoglienza
Il parroco, noto per i suoi insulti ai migranti e per voler celebrare una messa in memoria di Mussolini, ora gestirà uno Sprar.
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18 Gennaio 2019 - 11.03
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