Il 25 aprile, a Trieste, lo celebrerano due città divise: da un lato la Trieste ‘istituzionale’, mentre dall’altro quella delle associazioni partigiane, Anpi in testa. Il motivo? Le istituzioni triestine hanno rifiutato all’Anpi di parlare durante le commemorazioni in programma alla Risiera di S Sabba – il luogo in cui i nazifascisti portavano i condannati per le esecuzioni – e l’Anpi, per voce del segretario provinciale Fabio Vallon, ha dichiarato: “Trieste è l’unica città dove durante la cerimonia ufficiale non viene data la parola a organizzazioni che rappresentano chi la lotta di Liberazione l’ha fatta”.
Ferma la replica del vicesindaco di Trieste, Paolo Polidori, già noto alle cronache per essere colui che ha gettato le coperte dei clochard della stazione centrale: “Rimango veramente basito ed esterrefatto per questa estrema – se non estremistica – presa di posizione dell’Anpi, che con tutta probabilità dimostra inequivocabilmente il fatto che non si voglia o possa comprendere quale sia l’enorme differenza tra il momento istituzionale e quello politico”.
Polidori, nel suo arrampicarsi sugli specchi, accusa l’Anpi proprio di sostenere l’approccio politico alla celebrazione, sopra quello istituzionale, e ricorda i “miserabili” fischi indirizzati nelle passate edizioni al sindaco Roberto Dipiazza, “guarda caso non in linea con il pensiero politico” dell’associazione. Cosa che denota, secondo il vicesindaco leghista, una “strumentalizzazione di basso livello che, anche da associazioni che di politica non ne dovrebbero fare, viene invece pervicacemente perpetrata dal Sistema Sinistra, con l’intento di affibbiare ideologie fasciste a chiunque non si allinei al loro pensiero unico”, conclude.
A Trieste si nega all'Anpi di parlare alla Risiera di S. Sabba
Il vicesindaco Paolo Polidori sostiene che l'Anpi ha un approccio troppo politico al 25 aprile. Le associazioni partigiane avranno un loro corteo a parte
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24 Aprile 2019 - 14.35
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