Chi era Diabolik, il capo ultras fascista ucciso ieri a Roma
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Chi era Diabolik, il capo ultras fascista ucciso ieri a Roma

Estremista di destra, noto alla polizia per la sua violenza, in carcere per traffico di droga e al centro di una truffa sul merchandising della Lazio: ecco chi era Fabrizio Piscitelli

Fabrizio Piscitelli
Fabrizio Piscitelli
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8 Agosto 2019 - 09.51


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Il Capo Ultras della Lazio Fabrizio Piscitelli, soprannominato Diabolik, è stato assassinato ieri sera a Roma al Parco degli acquedotti, da un killer che secondo i testimoni era vestito con una tuta da jogging e che lo ha avvicinato alle spalle mentre Piscitelli era seduto su una panchina. 
Ma chi era Diabolik? Piscitelli era considerato un ‘soggetto pericoloso’ dalla polizia romana da oltre 25 anni: estremista di destra, 4 anni e due mesi in carcere per droga, il suo nome compare anche nell’inchiesta di Mafia Capitale. 
Gli inquirenti parlano di “un vissuto costantemente all’insegna della prepotenza e della sopraffazione del prossimo, indifferente ai numerosi provvedimenti di polizia adottati nei suoi confronti”. 
Alcune dichiarazioni di Piscitelli nel corso degli anni ne restituiscono un ritratto poco lusinghiero: da capo Ultrà degli ‘Irriducibili’ della Lazio, Piscitelli raccontava che “i pullman degli altri tifosi li bloccavamo, gli spaccavamo i finestrini, gli tiravamo la torcia dentro, aspettavamo che uscissero fuori per ammazzarci. Ci sentivamo vivi. L’unica gioia maggiore era lo scontro con le guardie”. 
Pisciatelli aveva messo su un business sfruttando le risorse del merchandising della Lazio, ma si erano rivelate tutte attività illegali: nel 2016 la finanza gli aveva confiscato 2 milioni di euro. Era inoltre considerato al centro di una rete di narcotraffico tra la Spagna e l’Italia. 

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