Venezia questa volta ha rischiato di affondare, sotto un’acqua alta che con il vento di scirocco a 100 chilometri orari ha sfiorato la paurosa soglia di 190 centimetri sul medio mare. Il picco, alle 22.50, è stato di un metro e 87. È la seconda misura nella storia della Serenissima, subito dietro al record dei 194 centimetri del 1966.
I danni in città sono gravi. Gondole e barche strappate dagli ormeggi e spinte sulle rive, tre vaporetti affondati, altre imbarcazioni alla deriva. Si contano anche due vittime nell’isola di Pellestrina, un anziano di 78 anni che è rimasto fulminato, per un corto circuito, mentre la marea gli entrava in casa e un secondo abitante trovato privo di vita in casa.
Sul fronte culturale, c’è grande apprensione per la Basilica di San Marco, i cui danni dovranno essere valutati quando l’acqua si ritirerà del tutto. La cripta, ha riferito la polizia municipale, è stata sommersa completamente. Nel momento del picco, in Basilica si misurava un metro e 10 d’acqua. Tutto il centro storico è stato allagato, perché su questi livelli non ci sono passerelle o paratoie che tengano.
L’acqua, con il buio fitto e la pioggia battente, è entrata dappertutto. I veneziani hanno assistito attoniti, dalle finestre di casa, o collegati al web, alla laguna che entrava nelle calli, nelle piazze, si prendeva i masegni e sommergeva ogni cosa. Tre vaporetti sono affondati mentre erano attraccati a Sant’Elena, gondole si sono staccate dagli ormeggi e spinte sopra Riva degli Schiavoni, mentre si è registrato un incendio ad una cabina elettrica accanto al museo di Ca’ Pesaro.
Il rialzo improvviso è iniziato ieri in serata, quando le previsioni – inizialmente di un metro e 45 – sono state riviste in modo peggiorativo dal Centro maree del Comune: 160 centimetri, poi 170, quindi 180, in una rincorsa che ha lasciato sbigottiti i tecnici e sembrava non finire mai. Fino a 187 centimetri sul medio mare. Una misura da far sfiorare il collasso a Venezia. A cambiare tutto è stato il vento di scirocco che, se al mattino di ieri girava da nord est raggiungendo le coste del Veneto, in serata si è incattivito. Lo scirocco ha iniziato a spirare con raffiche fino a 100 km/h, e ha gonfiato la laguna. Alle 22 Piazza San Marco si presentava deserta e spettrale, sommersa da quasi un metro d’acqua, le onde ad infrangersi sulle colonne di Palazzo Ducale, la Basilica di San Marco, indifesa davanti all’attacco del mare. Venezia si è poi risvegliata attendendo un’altra super-marea, vicina al metro e 45, prevista alle 10.20. Lo stesso Centro Maree è stato vittima della mareggiata, che ha danneggiato le linee telefoniche, e per questo – spiega – non è contattabile, se non con i canali Telegram Centro Maree Informa, Centro Maree avvisa, e il sito internet. La prossima massima era stata prima stimata a 155 centimetri, poi a 160, infine a 145. Venezia potrebbe restare ancora per giorni ‘ostaggio’ delle alte maree eccezionali, i livelli delle acque sono previsti alti fino a tutto venerdì.
“Questo è un disastro, questa volta bisognerà contare i danni”, ha detto il sindaco Luigi Brugnaro, mentre in barca effettuava un sopralluogo nell’area marciana, accompagnato dalla polizia municipale e dal personale di Avm. “Stiamo affrontando una marea più che eccezionale – ha aggiunto in un tweet Brugnaro – Siamo tutti mobilitati per gestire l’emergenza”.
I danni si conteranno presto, ma la marea riporta agli occhi del mondo il ‘caso’ Venezia e rilancia anche il tema del Mose, il colossale sistema di barriere mobili contro le acque alte che attende ancora di essere ultimato, e lascia Venezia in balia di catastrofi naturali come questa. Tutte le scuole di Venezia e delle isole restano chiuse. Il sindaco ha annunciato che chiederà lo stato di calamità naturale per la città. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha attivato l’unità di crisi della Protezione civile. Si temono gravi ripercussioni su tutta la laguna, mentre sono segnalate condizioni di allarme sull’intera costiere veneta e, per la forte pioggia, preoccupano le situazioni dei fiumi, in particolare del Piave. Oggi arriverà alla sala operativa regionale, a Marghera, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.