"Cu resta, arrinesci". In Sicilia nasce un movimento giovanile che si rivolta all'emigrazione forzata
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"Cu resta, arrinesci". In Sicilia nasce un movimento giovanile che si rivolta all'emigrazione forzata

Ha un valore "rivoluzionario" un movimento di giovani che in Sicilia, senza il rumore mediatico che giustamente sta accompagnando la rivolta civile e culturale, ancor prima che politica, delle Sardine

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2 Dicembre 2019 - 08.40


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di Tancredi Omodei 
Un vecchio detto siciliano recitava, e continua a recitare, così: “Cu nesci, arrinesci”, chi va via,, chi lascia la Sicilia per tentare la fortuna, ci riesce ed ha successo. Una malediazione, ma anche una sorta di comprensibile e legittima rivendicazione di paradossale superiorità frutto di un iniziale e incolpevole svantaggio frutto di ingiustizia. Lo dicevano i miei bisnonni, poi i nonni, poi i genitori, poi ai figli.
Sta di fatto che, vuoi per il detto, vuoi perchè le leggi che continuano a dominare sviluppo e svantaggi, intere generazioni di giovani siciliani hanno svuotato l’Isola. La meglio gioventù via, col rischio di lasciarsi il deserto alle spalle.
Lo dicono tante storie di giovani, lo dicono i dati delle ricerche più attente, suffragate da riscontri economici e sociali. Col 2019 che scivola velocemente nel 2020 siamo ancora al detto “Cu nesci arrinesci. Ecco perchè assume un valore “rivoluzionario” un movimento di giovani che in Sicilia, senza il rumore mediatico che giustamente sta accompagnando la rivolta civile e culturale, ancor prima che politica, delle Sardine, ha mosso i suoi primi passi con manifestazioni e gesti che vogliono rivoltare e smentire quel vecchio detto.
Loro si chiamano “Si resti, arrinesci”. Parola d’ordine che capovolge la vecchia malediazione, scandita contro la fuga, contro l’emigrazione forzata dei giovani siciliani. E per dirlo molti giovani siciliani hanno proposto una domenica all’insegna della valorizzazione della propria terra. Lo hanno fatto nell’Agrigentino, dopo la manifestazione di Palermo di fine ottobre. Nel frattempo, vci sono state diverse assemblee qui e là nell’isola e tante altre sono programmate per le prossime settimane. Nell’attesa, prima domenica di dicembre ad Aragona, Canicattì, San Biagio Platani. Più che slogan, messa in campo la forza delle braccia: scope, pale, sacchi da riempire di rifiuti per ripulire la propria città. Atto d’amore e manifestazione d’orgoglio. Ad Aragona, paese delle tante emigrazioni, dell’antico lavoro in miniera e delle valigie di cartone verso Germania, Framcia, Belgio e America, con la collaborazione dei giovani di “Facilmente”, si sono riipulite le aiuole, piantati agrumi dando a ciscuna pianta il nome di un personaggio siciliano.
A San Biagio Platani si sono ripulite le strade, a Sciacca sono intervenuti in un quartiere particolarmente sofferente. E il movimento dei giovani siciliani ha smosso qualcosa, ha richiamato la partecipazione delle famiglie e pure di tanti anziani, tendenzialmente scettici. Basta col detto “Cu nesci, arrinesci” – è il messaggio dei giovani siciliani – E’ tempo di restare e cambiare il corso delle cose.

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