Una condanna a metà o, forse, una non condanna. Perché il cardinale non ha preso una posizione: i simboli religiosi agitati nei comizi da alcuni leader di partito? “Solo Dio può giudicare la fede”.
Lo ha detto l’arcivescovo emerito di Milano, cardinale Angelo Scola alla ‘Stampa’ riferendosi a quanto è capitato spesso nei comizi con il segretario della Lega Matteo Salvini.
“I simboli religiosi sono impiegati autenticamente quando esprimono la fede via dei soggetti che li proclamano. Ma chi può giudicare, se non Dio, la fede di una persona? In ogni caso la mia esperienza di Oasis – annota il porporato riferendosi alla fondazione che promuove l’incontro tra cristiani e musulmani – mi ha convinto che dobbiamo tenere aperte le porte a tutti, con un progetto ordinato e realistico”.
“Senza spazi pubblici di confronto – avverte Scola – sulla sostanza e sulla storia del nostro rapporto con i musulmani sarà difficile giungere a quella libertà religiosa e di culto doverosa in una società plurale”.
C’è però da aggiungere che mentre Scola ha evitato di prendere una posizione, moltissimi vescovi e esponenti della Cei hanno preso da tempo le distanze da Salvini e dal suo pseudo-cristianesimo, sottolineando come i simboli religiosi e soprattutto il vangelo più che essere ostentato andrebbe vissuto nella vita quotidiana.
E quello che fa e che dice Salvini, a cominciare dall’odio e dalla xenofobia, tutto sembra meno che un messaggio in linea con il Vangelo
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