Perché l'elezione di una donna alla Consulta è un bel segnale
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Perché l'elezione di una donna alla Consulta è un bel segnale

La Corte Costituzionale ha sede accanto al palazzo del Quirinale, un chiaro “faro”di fiducia e di garanzia per le libertà di tutti gli italiani

Marta Cartabia
Marta Cartabia
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Nuccio Fava Modifica articolo

12 Dicembre 2019 - 11.59


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Nonostante questo clima teso è difficile con tante vertenze pericolosamente in piedi non solo l’Ilva di Taranto e la questione femminile sempre grave specie al sud, l’elezione di una donna a presidente della Corte Costituzionale è proprio una bella notizia, un bellissimo segnale per tutta la società italiana.

L’elezione è avvenuta con 14 voti su 15, praticamente all’unanimità con una sola scheda bianca, quella della stessa Marta Cartabia, Presidente eletta.

Nella scorsa settimana avevamo salutato l’elezione di una donna alla guida dell’Unione europea. Proclamata con visibile soddisfazione dal presidente del Parlamento David Sassoli in una prospettiva di un rinnovamento istituzionale, di un rilancio economico, politico e sociale dell’Europa con attenzione particolare all’ambiente e alla economia verde. Proprio in questi giorni i media ci hanno informato di una giovane di 34 anni eletta a capo del governo in Finlandia.

La nostra politica continua purtroppo a navigare in enormi difficoltà. Abbiamo avuto anche in Italia donne autorevoli ed importanti al vertice delle istituzioni. Basterà ricordare Nilde Iotti presidente della Camera, di cui la Rai ha ricordato di recente capacità umane e politiche. C’è stata Tina Anselmi più volte ministro , già staffetta partigiana da ragazza nel suo Veneto, coraggiosa presidente della Commissione P2, stimata da Moro e Zaccagnini, anche da Nilde Iotti e Spadolini, presidenti di Camera e Senato, negli anni oscuri della massoneria deviata e delle sue infiltrazioni in tutti i gangli dello Stato e all’interno dei partiti. 
Mi piace citare la professoressa Severino, prima donna ministro della Giustizia nel governo Monti, oggi avvocato e vice rettore della Luiss. Non c’era mai stata però una presidente della Consulta che esprimesse con chiarezza una importante ragione di speranza e di fiducia non solo per il lungo cammino di difficoltà e resistenza che ancora attende le donne italiane. Comunque si è “rotta la bolla di cristallo” come ha detto la nuova Presidente e resta necessario procedere ulteriormente. Proprio al fine di rimuovere quegli ostacoli economici e sociali che rendono ingiusta la nostra società, intralciano il cammino della politica e delle istituzioni democratiche in Italia ed in Europa.
La Corte Costituzionale ha sede accanto al palazzo del Quirinale, un chiaro “faro”di fiducia e di garanzia per le libertà di tutti gli italiani; la possibilità – nonostante tutto – di ripresa e di ulteriore sviluppo a condizione di un forte impegno comune, della riscoperta rinnovata di coerenza e fiducia. A cominciate dai giovani e dalle donne

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