Ancora una volta vittimismo al cubo: “Oggi si è riunita la Giunta del Senato che deciderà il 20 gennaio, fra 12 giorni, se io devo andare a processo o no per sequestro di persona, perché ho bloccato uno sbarco per quattro giorni. Vi dico che io sono orgoglioso di quello che ho fatto e lo rifarò, se mi rimandate al governo. Se mi chiamano a processo, vi aspetto. Spero che trovino un tribunale abbastanza grande”. L’ha detto il leader della Lega Matteo Salvini in un comizio a Lesignano de’ Bagni, in provincia di Parma, trasmesso in diretta Facebook.
E sempre sul caso Gregoretti, ha aggiunto: “Ma viviamo in un paese strano, perché non è normale un Paese dove una signorina come Carola Rackete che ha speronato una nave della finanza, invece di essere in galera, va da Fazio a fare la ‘fenomena’ e invece in galera magari ci va il ministro che ha difeso i confini del suo Paese”.
Si chiama stato di diritto. I processi si fanno nelle aule di giustizia e non su Facebook. E comunque, dopo le querele, Salvini ha cambiato registro: in precedenza ha più volte detto che la Capitana ha tentato o rischiato di uccidere i militari italiani. Ma siccome non è stata denunciata per tentato omicidio quelle frasi erano una vera e propria diffamazione.
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