La denuncia del Papa: "Non possiamo essere cristiani se siamo seminatori di guerra"
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La denuncia del Papa: "Non possiamo essere cristiani se siamo seminatori di guerra"

Bergoglio avverte che i germi di guerra vengono seminati nel quotidiano: in famiglia, come nel quartiere in cui si abita, sul posto di lavoro.

Papa Francesco
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9 Gennaio 2020 - 20.39


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Non possiamo “essere cristiani se siamo seminatori di guerra”.


Lo ricorda il Papa nella quotidiana messa celebrata a Casa Santa Marta. Bergoglio avverte che i germi di guerra vengono seminati nel quotidiano: in famiglia, come nel quartiere in cui si abita, sul posto di lavoro. Una tentazione che può colpire tutti, laici o religiosi, “anche un Papa”, dice Francesco. Dietro “c’è il diavolo” che vuole la “guerra”. 
”Abitualmente – osserva il Papa nell’omelia di cui riferisce Vatican news – il nostro modo di agire in famiglia, nel quartiere, nel posto di lavoro è un modo di agire di guerra: distruggere l’altro, sporcare l’altro. E questo non è amore, questa non è la pace sicura che abbiamo chiesto nella preghiera. Quando noi facciamo questo non c’è lo Spirito Santo. E questo succede a ognuno di noi, ognuno. Subito viene la reazione di condannare l’altro. Sia un laico, una laica, un sacerdote, una religiosa, un vescovo, un Papa, tutti, tutti. E’ la tentazione del diavolo per fare la guerra”.

 

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Dalle guerre domestiche a quelle combattute con le armi nel mondo. “Anche in questi giorni – si addolora Bergoglio – che ci sono stati tanti fuochi di guerra accesi, la mente va subito lì quando parliamo di pace, quando preghiamo che il Signore ci dia la pace. E questo sta bene; e dobbiamo pregare per la pace del mondo, dobbiamo sempre avere davanti questo dono di Dio che è la pace e chiederlo per tutti”. E, va avanti Francesco, quando il diavolo riesce a farci fare la guerra e accende quel ”fuoco”, ”è contento, non ha più da lavorare”: ”siamo noi a lavorare per distruggerci l’un l’altro”, ”siamo noi a portare avanti la guerra, la distruzione”, distruggendo ”prima” noi stessi, ”perché togliamo fuori l’amore”, e poi gli altri.

Il Papa nota come in effetti si sia ”dipendenti da questa abitudine di sporcare gli altri”: è un ”seme – dice – che il diavolo ha messo dentro di noi”. La preghiera finale è dunque ancora per una pace sicura, che è ”dono dello Spirito Santo”, cercando di rimanere nel Signore.

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