L’aspirazione di diventare un movimento trasversale anche se è ben difficile che i punti programmatici espressi a pian San Giovanni possano essere minimamente graditi a chi vota a destra.
“Io sono un moderato di sinistra ma le sardine no, nel momento in cui raccogliamo consenso trasversale. La componente più forte del movimento è progressista, ma non lo possiamo definire ufficialmente di sinistra. Le piazze sono libere”.
Lo ha detto Mattia Santori, tra i fondatori delle sardine, in un’intervista alla Stampa in cui torna ad escludere la possibilità di trasformare il movimento in un partito: “Uno dei nostri compiti è riconoscere la buona politica, non sostituirci ai partiti. Ma può essere che qualcuno che ha partecipato a questo risveglio di coscienze decida di entrare in politica”.
Parlando dell’eventualità che la Lega vinca le Regionali in Emilia Romagna, “nelle città in cui ha vinto sappiamo da chi ci vive che c’è un’attenzione diversa ai temi sociali, alla cultura, alle associazioni. Ma la vera domanda – sottolinea Santori – è cosa succede se in Emilia perde la Lega. Per Salvini è un crocevia importante: se invochi un referendum a tuo favore e lo perdi, è uno smacco. Sarebbe l’inizio di un’inversione di tendenza”.
L’incontro delle sardine in programma a marzo “sarà un momento per decidere quale direzione prendere, quale struttura darci”, spiega Santori.
“Si sta avvicinando una nuova fase, più propositiva, dove sceglieremo temi e battaglie”, tra cui “la democrazia digitale. Mancano regole sul dibattito politico sui social network, non c’è trasparenza sui soldi spesi, eppure io penso che il 60% del consenso si formi attraverso i social. Potremmo chiedere un intervento su questo già prima delle elezioni in Emilia: denunceremo una serie di situazioni che abbiamo osservato in questi mesi”.
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