Una donna di 52 anni è stata arrestata per aver sfondato con un furgone il cancello della caserma dei carabinieri di Sesto San Giovanni (Milano). A quanto emerso, la donna, una nomade di origini bosniache, lo ha fatto per protestare contro il fermo del figlio 27enne. Accusata di distruzione di opera militare, rischia ora una condanna a otto anni di carcere.
Il 27enne (con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona), dopo essere sfuggito a un primo controllo in strada, era stato fermato a Cinisello Balsamo (Milano). Dalle verifiche effettuate era emerso che era stato allontanato dall’Italia a novembre in seguito a un ordine di espulsione che gli vietava di rientrare nel nostro Paese per cinque anni.
Dichiarato quindi in arresto per reingresso illegale nel territorio nazionale, il giovane aveva telefonato ai parenti e chiesto loro di portargli gli effetti personali prima di essere trasferito nel carcere di Monza. Sua mamma, arrivata sul posto insieme alla sorella e alla moglie del fermato, dopo aver posteggiato il furgone fuori dalla caserma, gli ha passato attraverso le inferriate della cancellata un borsone, prima di rimontare sul mezzo.
Per circa un’ora le tre donne sono rimaste ferme nel parcheggio di fronte alla caserma, poi la 51enne al volante si è messa a lampeggiare più volte con gli abbaglianti in direzione della caserma e infine si è lanciata a tutta velocità contro la cancellata, creando una piccola breccia. Dopo essere stata bloccate, la guidatrice è stata accusata di distruzione di opere militari e poi multata dalla polizia stradale intervenuta sul posto per i rilievi, per danneggiamento in seguito a sinistro stradale, per eccesso di velocità e per aver superato il numero di persone trasportate a bordo del camion.
Portata in ufficio, la donna ha avuto un malore ed è stata accompagnata all’ospedale di Cinisello dove però è stata dimessa quasi subito senza giorni di prognosi, e poi accompagnata nella casa circondariale di San Vittore a Milano.
Argomenti: Milano