Il 'daspo social' scatena gli odiatori del web contro le Sardine: "Vogliono la censura"

Forse è un'ingenuità, ma la reazione alla proposta di Mattia Santori da parte degli odiatori seriali va solo a confermare che un problema c'è eccome

Mattia Santori
Mattia Santori
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

17 Gennaio 2020 - 18.54


ATF AMP

Certo, se dovessimo trovare un difetto alle Sardine, quello sarebbe certamente l’ingenuità: perché parlare di Daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni Sportive, ma che si è esteso anche oltre gli stadi) per chi sparge odio sui social è chiaramente un’ingenuità. Sia per l’attuabilità – piuttosto improbabile – sia per il fatto che il tema della libertà di opinione su Internet è un tema molto complesso che non può essere risolto con il divieto forzato di ingresso ai social network. 
Ma Mattia Santori ha sollevato comunque una questione importante: l’odio non è un’opinione e insultare, bullizzare, denigrare e spargere fake news tramite social network è una tendenza – acquisita e padroneggiata ormai anche dalla politica – che deve essere combattuta e arginata, con metodi che vanno studiati in nome della democrazia. 
Ma la sola idea del ‘daspo’ ha fatto scatenare quelli che scambiano la libertà di parola con quella di insultare chicchessia. E spaventa chi sull’odio ci ha costruito una reputazione social, o per cui l’insulto è diventato il principale passatempo della giornata. 
E quindi si sono scatenati contro il leader delle Sardine, parlando di ‘censura’ e di ‘cretinata’. E non parliamo soltanto della destra: critiche anche pesanti vengono dalla sinistra ‘intellettuale’ che – parliamoci chiaro – le Sardine le ha sempre viste con sospetto.

Top Right AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version