Suonarono alle 'nozze trash' della vedova del boss: licenziati musicisti della penitenziaria
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Suonarono alle 'nozze trash' della vedova del boss: licenziati musicisti della penitenziaria

Il matrimonio tra Tina Rispoli e Tony Colombo lo scorso marzo sollevò molte polemiche per aver organizzato un evento che bloccò il traffico di Napoli senza alcuna autorizzazione

I musicisti alle nozze trash di Tina Rispoli e Tony Colombo
I musicisti alle nozze trash di Tina Rispoli e Tony Colombo
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21 Gennaio 2020 - 09.16


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Avevano fatto scalpore lo scorso 27 marzo dell’anno le nozze del cantante neomelodico Tony Colombo e della vedova del boss della camorra Gaetano Marino, Tina Rispoli, sollevando un vespaio di polemiche e fatto anche scattare una indagine della Procura antimafia partenopea, in particolare sul concerto andato in scena il giorno prima (il 26 marzo) in piazza del Plebiscito. Addirittura il corteo nuziale, organizzato senza alcuna autorizzazione, bloccò totalmente corso Secondigliano. 
A quasi un anno di distanza, l’amministrazione penitenziaria ha disposto il licenziamento dei cinque ispettori trombettisti della banda musicale della polizia penitenziaria, che suonarono alle ‘nozze trash’. Motivo del licenziamento sarebbe il danno di immagine arrecato dai 5, a causa del quale sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario con il Corpo.
I cinque ispettori della polizia penitenziaria, tutti residenti in Campania, erano componenti la banda musicale del Corpo, che ha sede a Portici (Napoli), nella più antica scuola di formazione d’Italia della Penitenziaria. Vennero immortalati in una serie di video, girati dai fan e postati sui social, mentre suonavano la tromba in occasione del pomposo matrimonio.
A coinvolgerli, verosimilmente dietro compenso, fu un’agenzia che organizza eventi. Le immagini delle nozze, che ritraevano anche i trombettisti all’opera, divennero subito virali sul web e risultarono determinanti per incastrare gli ispettori a cui qualche giorno dopo le nozze vennero sequestrati gli strumenti e comunicata la sospensione in via cautelativa da parte del Dap che poi avviò gli accertamenti.

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