L’Anpi di Genova è intervenuta in merito alla provocazione fascista del movimento Azione Frontale, che ha affisso davanti la sezione di Sturla uno striscione contenente la frase “Partigiano assassino, l’antifascismo si cura con la verità”.
L’Assosciazione nazionale partigiani italiani ha diramato una nota per rispondere agli esponenti di Azione Frontale: Un manifesto volutamente insultante, che prende l’occasione dalla Giornata del Ricordo per gli uccisi nelle foibe, è stato affisso nella notte sulla porta della sezione dell’Anpi di Sturla da militanti di Azione Frontale, noti per muoversi sempre e solo protetti dalla notte, e non nuovi ad iniziative del genere. ‘Partigiano assassino, l’antifascismo si cura con la verità’, c’è scritto: l’unica cosa vera è che è la verità che vi deve curare (oltre a qualche buon medico, forse): l’antifascismo è la base della vita democratica di questo Paese, grazie alla Costituzione nata proprio dai valori della Resistenza”.
L’Anpi prosegue associandosi idealmente alle dichiarazioni fatte dal presidente della Repubblica: Come ha detto il presidente Mattarella proprio ieri – prosegue la nota dell’Anpi di Genova – quella delle Foibe rappresenta ‘una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo’. Ma, ha sottolineato il capo dello Stato, ‘oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi”.
In conclusione, l’associazione ha condannato le approssimazioni storiche e l’uso che viene fatto delle stesse: “L’Anpi – conclude la nota – non a caso ha svolto una giornata intera di studio su quanto avvenuto nei confini orientali, dalla nascita del fascismo sino agli anni del dopoguerra. La verità è ben lontana dalle patetiche rivendicazioni di questi neofascisti: la nostra azione, tutti i giorni, si ispira invece alla conoscenza della storia e alla trasmissione della memoria, in tutte le sue accezioni. Nessuno può pensare di oscurare la Resistenza spingendo all’eccesso il parallelismo con ciò che è avvenuto dopo la guerra, e se poi è costretto a farlo di notte, strisciando, si qualifica da sé”.