Mentre in Italia si lavora senza sosta per contenere l’emergenza coronavirus si cerca contestualmente di capire come sia stata possibile una diffusione repentina della malattia all’interno del nostro paese. E non si esclude che il contagio sia partito già a gennaio, con diversi giorni d’anticipo rispetto alla sua effettiva esplosione.
Di questo avviso è il medico di base di Codogno Alberto Gandolfi, attualmente in quarantena nel paese che ha parlato della presenza di alcuni casi di “polmonite anomala” nel lodigiano già presenti a inizio 2020: Eravamo tutti convinti — ha spiegato a Repubblica.it — che quelle polmoniti fossero favorite da freddo e assenza di pioggia. Rivelate dalle lastre, sono state curate con i consueti antibiotici”.
Mentre si cerca di capire se questa teoria possa essere fondata, da una ricerca condotta nel dipartimento di Scienze Biomediche dell’ospedale Sacco di Milano, dove è stato isolato il ceppo italiano, emerge che in Cina il virus potrebbe essere entrato in circolazione già da metà ottobre, quindi alcune settimane prima rispetto ai primi casi di polmonite identificati.
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