L'assemblea (virtuale) con la classe su Peste, morte e punizione divina

Ci siamo confrontati, partendo da Albert Camus che nel suo romanzo sulla peste fa intervenire un sacerdote che spiega le ragioni del flagello che ha colpito la città.

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Antonio Rinaldis Modifica articolo

10 Marzo 2020 - 20.39


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Da questa notte le cose sono cambiate. L’emergenza è nazionale, il numero dei contagiati aumenta e le misure che sono state attivate non hanno prodotto i risultati sperati. In Piemonte in un giorno i positivi sono cresciuti del 65% ed è una percentuale che spaventa anche i più ottimisti.
In questo quadro è davvero difficile immaginare una riapertura delle scuole in tempi brevi, e così bisogna attrezzarsi per fronteggiare la nuova situazione. Questa mattina ho riunito i ragazzi in un’assemblea virtuale e ci siamo confrontati, partendo da Albert Camus che nel suo romanzo sulla peste fa intervenire un sacerdote che spiega le ragioni del flagello che ha colpito la città. È la domanda che affligge gli esseri umani dal quando hanno iniziato a pensare: perché c’è il Male? Perché la Peste che significa morte, separazione e sofferenza è una manifestazione del Male.

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Il prete cattolico conosce la risposta: la Peste ci riporta all’essenziale, costringe a riflettere, a ritornare sul senso del vivere. Nella prospettiva cattolica la Peste è un monito che Dio rivolge a una città di uomini e donne distratti dalle innumerevoli tentazioni del mondo, ed è quindi l’occasione per ricominciare a credere, perché il Male è una punizione per chi ha smesso di seguire la Verità.
Agli studenti, riuniti intorno ai loro pc, rivolgo la stessa domanda: abbiamo meritato questo isolamento, siamo stati così malvagi al punto di indurre la punizione di un Dio collerico e adirato?
La classe si ribella. Nessuno vuole credere all’idea di un Dio vendicativo, che usa la potenza della morte e del dolore per richiamare alla serietà. Nessuno vuole credere in un Dio giustiziere, ma non sono sufficienti neppure le risposte della scienza che spiega il come della malattia, ma non riesce a esplorare il Senso.
La fredda atmosfera della rete informatica è inadeguata a raccogliere il senso di smarrimento che proviamo, è l’enigma della condizione umana, che non si rassegna all’assurdo e cerca risposte per continuare a vivere.
“Domani, dico, ci ricolleghiamo e vi racconto la disperazione dell’uomo di fede, nel momento in cui il male colpisce anche gli innocenti, i bambini, quelli che non hanno avuto il tempo di essere colpevoli.”

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