Le ultime misure restrittive varate in altri Paesi europei per cercare di fermare l’epidemia da coronavirus, “arrivano tardi, così come i voli da Wuhan sono stati fermati tardi, quando il virus era gia’ in circolazione”.
Così Giovanni Rezza, direttore Dipartimento Malattie Infettive, Istituto Superiore di Sanità (Iss), intervistato durante la trasmissione Circo Massimo di Radio Capital. “Bloccare tutto quando c’è già un’epidemia in atto nei paesi europei non mi sembra un granche’.
I provvedimenti italiani – aggiunge Rezza – sono stati molto coraggiosi. Abbiamo quasi rischiato una guerra economica con gli altri paesi che invece non volevano chiudere”. A proposito delle statistiche sui ricoveri e l’aumento dei giovani intubati, spiega: “Quando aumentano molto i casi generali aumentano anche quelli fino al quel momento piu’ rari, ovvero quelli piu’ giovani”.
Questo va di pari passo con “l’aumento della proporzione di persone piu’ giovani ricoverate in terapia intensiva, perche’ se si cominciano a fare delle scelte, queste vengono basate sulla speranza di vita. Sappiamo, infatti, che persone molto anziane possono non beneficiare dalla terapia intensiva e quindi si tende a intubare di piu’ chi ha una maggiore aspettativa di vita”.
Infine, rispetto alla rete ospedaliera del nord: “E’ molto buona ma la situazione la’ e’ drammatica e questo ci preoccupa quindi – conclude Rezza – spero si possa integrare con altri posti in terapia intensiva e spero questo avvenga anche al sud”.
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