Il farmacologo Garattini: "La colpa del disastro è anche dei tagli dei governi precedenti"

E sull'oggi dice: "Protezione civile e governo dovevano dare disposizioni alle regioni, procurare mascherine, elaborare un codice di comportamento, istruire i medici, procacciarsi respiratori"

Garattini
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30 Marzo 2020 - 09.32


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“Come tutti”, il governo “ha sottovalutato”. Lo afferma, intervistato da Libero, il famoso farmacologo Silvio Garattini, 91 anni, fondatore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. “Il 5 gennaio – sottolinea Garattini – il governo ha dichiarato lo stato di emergenza, ma poi non è stato fatto nulla per un mese e mezzo. E mancata una cabina di regia che gestisse l’emergenza in arrivo. Protezione civile e governo dovevano dare disposizioni alle regioni, procurare mascherine, elaborare un codice di comportamento, istruire i medici, procacciarsi respiratori, creare strutture intermedie dove alloggiare i positivi che non necessitano di ricovero, così da non affollare gli ospedali ma evitare che le persone si contagiassero solo in famiglia”.
Il “caos, però”, secondo Garattini, “non è colpa solo di questo governo”, ma anche “dei governi degli ultimi 10 anni che hanno tagliato fondi alla ricerca. Se si sopprimono i letti e i medici competenti, quando arriva l’emergenza si hanno meno risorse per affrontarla. Abbiamo un numero di ricercatori troppo basso, quindi è impossibile fare massa critica per affrontare i problemi. Nella miseria attuale, ognuno cerca di sopravvivere guadagnandosi la propria visibilità”.
Un problema che ha intaccato anche l’Istituto superiore di sanità, aggiunge Garattini, che è “un istituto eccellente, ma anche i suoi ricercatori hanno fatto parte delle carenze di sostegno alla ricerca scientifica”.
Quanto al fatto che in Italia si muore di più rispetto alla Germania, il famoso farmacologo ribadisce che “questa situazione è figlia degli errori storici commessi dalla politica. Accanto al taglio selvaggio dei fondi per la ricerca c’è la spesa bassa per la sanità, inferiore di due punti percentuali di Pil rispetto alla media Ue. Naturale che poi ci siano meno macchinari”, come respiratori, quindi più morti.

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