C’è da dire che alcuni virologi avevano storto la bocca, preferendo più chiusure e meno aperture.
Ma è altrettanto vero che è abbastanza evidente il gioco politico di contrapporre la Lombardia guidata dal leghista Fontana al governo per cercare un contrappeso di visibilità in tempi di coronavirus che (sondaggi alla mano) sembrano favorire più la maggioranza che la destra, che non ha argomenti per fare propaganda sfruttando la paura dei neri e dei musulmani, visto che i contagi non sono arrivati dall’Africa ma dalla Padania-
In Lombardia il commercio al dettaglio di libri e articoli di cartoleria “è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati”.
Lo ha stabilito la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione, Attilio Fontana, che conferma le misure restrittive di contrasto alla diffusione del coronavirus fino al 3 maggio. Nella Regione, a differenza di quanto deciso dal governo a livello nazionale, restano pertanto chiuse librerie e cartolerie.
Chiusi anche gli uffici professionali, le cui attività “devono essere svolte in modalità di lavoro agile, fatti salvi gli specifici adempimenti relativi ai servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza”.
Confermato, infine, l’obbligo di coprire naso e bocca con mascherina o “in subordine, con qualunque altro indumento” ogni qualvolta si esce di casa.
Una scelta che, sicuramente, rappresentra un ulteriore danno alle librerie e ai piccoli esercizi commerciali e favorisce la grande distribuzione. C’è da tenere anche questo in conto.
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