Parole durissime di uno che il fascismo e il nazismo lo ha sperimentato sulla propria pelle: ”Ricordare in tutti i modi il 25 aprile come festa della Liberazione per contrastare l’avanzata delle destre italiane che rischia di portare il paese alla distruzione”.
Spara ad alzo zero Piero Cividalli, uno dei pochissimi sopravvissuti della Brigata ebraica e che oggi, a 94 anni, vive in Israele, alle porte di Tel Aviv, ricordando benissimo quel periodo che condusse alla fine della seconda guerra mondiale.
”Attenzione a quanto dice la destra di oggi – ha spiegato – Salvini è una brutta copia di Mussolini e come tutte le copie non vale niente. Però c’e chi gli va dietro, purtroppo sono ignoranti e non sanno a cosa può portare seguire questi falsi profeti che cercano effetti immediati, possono portare alla rovina. Mussolini ha fatto credere agli italiani che con il fascismo l’Italia sarebbe diventata qualcosa di più grande, ed invece è diventata molto più piccola”.
Le leggi razziali prima, la guerra dopo. ”Mi ricordo benissimo -racconta- quando a 8 anni sono stato costretto a lasciare l’Italia e sono tornato nel ’45. Ho trovato un’Italia distrutta, misera, affamata; a questo ha portato la stupida amicizia con la Germania nazista”. Il 25 aprile dunque, secondo Cividalli deve restare come memoria, ma anche come argine contro i nuovi sovranismi che fanno breccia tra la popolazione.
Bisognerebbe che giovani sapessero cosa ha portato il fascismo e certe politiche prima di abbracciarle”. E la destra di oggi ”non conosce la storia della destra italiana di allora, e se i leader sono ignoranti, se non capiscono cosa ha portato alla distruzione il Paese, allora il rischio è che succeda di nuovo. Può succedere che si torni indietro, a un’Italia stupida e inutile che ha distrutto se stessa, che ha perso tutte le colonie che aveva, ha perso l’impero, bisogna che lo impari la destra di oggi cosa hanno portato certi slogan e certe azioni”.
Il 25 aprile anche come ricordo che non deve passare: ”le cose più brutte che ho visto -dice- sono state la fame e la miseria. Quando sono tornato ho visto donne che si vendevano per strada per una saponetta. L’Italia non esisteva più”. Questa festa può aiutare gli stessi italiani ”che forse non sono abbastanza coscienti della storia passata e della storia presente, e sono come persone che non sanno nuotare e cercano di barcamenarsi in mezzo all’acqua che li sta sommergendo”.
Ecco secondo Cividalli si dovrebbe iniziare a insegnare ”bene la storia ai giovani, per evitare poi che una volta cresciuti gli italiani si abbandonino alle parole di un chiacchierone che sa abbindolare la popolazione in maniera stupidissima; purtroppo gli italiani ci cascano, diventano creduloni, ma il rischio vero è che tutte queste chiacchiere portino a una nuova rovina. Gli italiani dovrebbero capire che per avere un futuro migliore bisogna prima di tutto unificarsi e poi andare su una strada diversa da quella del passato. No, no c’e’ alcuna ragione per cambiare, modificare o ridurre la festa come magari propone qualcuno, va ricordata in tutti modi ”.
Il superstite della Brigata ebraica: "Salvini è la brutta copia di Mussolini ma può portarci alla rovina"
Piero Cividalli ha 94 anni, vive in Israele, alle porte di Tel Aviv e ricorda benissimo quel periodo che condusse alla fine della seconda guerra mondiale.
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24 Aprile 2020 - 15.23
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