Questo 2020 ci sta facendo vivere, uno dietro l’altro, eventi incredibili e paurosi. Mentre nel film “La rosa purpurea del Cairo” Woody Allen faceva scendere il protagonista in sala tra gli spettatori, nella realtà, a noi sta succedendo d’essere catapultati dentro una terribile serie di sequenze, le più drammatiche, e di film orribili. Ancora nel mezzo della paura che ci ha presi per una pandemia che pensavamo di tempi lontani e archiviati, oggi ci accade di più.
La scena diventa orribile e incredibile. Sembra di essere nella fase ultima di una notte da incubi, magari per una pizza non lievitata bene. E’così che accade di leggere che in Sicilia è tutto già deciso: al governo della Regione ci sarà un leghista a governare i Beni Culturali e l’identità dell’Isola.
Personalmente non riesco ad avere quella risata isterica che a cinema serve a vincere la paura. Interviene subito l’orrore, solo l’orrore.
Se è vero, come crede ogni siciliano, che aveva ragione Goethe quando avvertiva che “è in Sicilia che si trova la chiave di tutto”, il quadro diventa da nero a buio fitto come l’ultima notte, non solo per la Sicilia.
In queste ore c’è chi crea un gruppo Facebook per raccogliere adesioni contro l’oltraggio, chi elenca i grandi e grandissimi della cultura d’ogni tempo che in Sicilia nacquero e che alla Sicilia fissarono uno dietro l’altro preziosi tasselli di una identità complessa e ricchissima. C’è anche chi, guardando a tempi più recenti, ricorda le parole di Andrea Camilleri, ormai prossimo alla morte, sulla Lega, paragonando Salvini a uno di quei beceri piccoli gerarchi come Ettore Scola seppe straordinariamente dipingere in “Una giornata particolare”.
C’è poi chi rimarca le castronerie, ops le minchiate, dette in queste ore dai politici leghisti di Sicilia, gente “pluririciclata” che nel tempo si è accompagnata ai peggiori esponenti della politica regionale. C’è anche chi, sfogliando la cronaca, ricorda che un pugno di leghisti di questa risma, compreso l’Alessandro Pagano che in Parlamento oggi ha osato definire “neo terrorista” Silvia Romano, è stata indicato (intercettazioni in mano) da investigatori e magistrati come responsabile di un reato odioso come il voto di scambio.
E poi, i social, dove ciascuno di noi esprime sentimenti che vanno dallo stupore alla repulsione. Insomma, la sensazione è di stare precipitando in una cloaca popolata da mostri, terribili, non quelli magnifici che ornano una delle più belle ville del palermitano, a Bagheria.
Personalmente tra i sentimenti che mi invadono, quello che fa più male è la rabbia. Rabbia per le responsabilità che non risparmiano uno solo di noi per aver gettato alle ortiche una grande occasione prima di Musumeci, per aver consegnato poi – per gli errori commessi da molti – una regione come la Sicilia nelle mani di un ex missino, culturalmente restio a cancellare quella preposizione. Tutto il resto è la storia di un progressivo “degrado ambientale”, l’avanzare di una marea nera dove prevalgono i non valori della regressione. E non sappiamo ancora tutto quel che si è consumato dietro il sipario.