Partono le denunce del Comitato dei familiari delle vittime di Covid-19: "Basta omertà, avremo giustizia"

L'avvocatessa Consuelo Locati: "Non denunciamo i medici, che sono stati lasciati soli, ma verremo a capo di questo rimpallo di responsabilità"

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20 Maggio 2020 - 17.25


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Sono circa quaranta le denunce pronte ad essere presentate in Procura dal Comitato ‘Noi denunceremo’, nata su facebook per raccogliere le testimonianze di chi ha perso un familiare durante la pandemia. Consuelo Locati, avvocatessa che a sua volta ha perso il padre ed è stata malata di Covid-19, fa parte della squadra di sei legali che a titolo gratuito sta lavorando per vedere se queste testimonianze possano trasformarsi in vere denunce. 
“Il nostro compito – spiega – è capire se queste ricostruzioni  possano essere convertite in denunce, poi spetta al comitato, fondato dagli amministratori del gruppo tra cui Luca Fusco a cui è morto il padre, consegnarle alla magistratura, sulla base della nostra valutazione. Non tutti quelli che hanno scritto su Facebook hanno aderito al comitato. Per farlo, occorre versare5 euro annuali che permettono di avere parere e stesura della denuncia. Di fatto, quando si apriranno i procedimenti, il comitato metterà a disposizione dei propri aderenti dei legali che potranno assisterli a tariffe convenzionate, ma resterà la possibilità di optare anche per un avvocato di propria fiducia”.
Un fatto è certo, per il comitato: “I medici non sono colpevoli ma vittime. L’intento offrire gli strumenti all’autorità giudiziaria per effettuare indagini a largo raggio che possano individuare l’anello mancante che si è aperto o non c’è stato. Nelle testimonianze dei lombardi c’è un filo conduttore molto chiaro ed è l’incapacità del sistema sanitario locale. I medici di base sono stati lasciati soli,  non è esistito il collegamento tra loro e l’azienda sanitaria. Questo ha comportato che tutti quelli che erano a casa malati sono morti nelle loro abitazioni o sono stati in ospedale quando era troppo tardi”.

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Lo scopo finale, viene chiarito sul sito noidenunceremo.it, “non è cercare un risarcimento economico perché non siamo nati per questo e neanche tutto l’oro del mondo ci ridarà ciò che il Covid ci ha strappato, ma trovare giustizia e smantellare l’omertà. C’è in corso un rimpallo di responsabilità tra regioni, governo e amministrazioni locali che è un celare tutto quello che è successo dietro uno scudo politico che va fatto cadere. Forse in Lombardia basterebbe che Fontana ci porgesse le sue scuse ma lui continua a sostenere di avere fatto tutto bene. Io penso e ripenso al volto di mio padre nell’ultima videochiamata. Dalla sua cartella clinica ho capito che i medici sono stati obbligati a fare delle scelte nelle cure, ma non gliene dò colpa, avrei fatto lo stesso”.  

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