Il sindaco Sala: "Basta smart working a Milano, torniamo a lavorare fuori casa"

Il primo cittadino meneghino: "Stare a casa e prendere lo stipendio ha i suoi pericoli". Poi cita Remuzzi e la bassa carica virale del Covid

Beppe Sala
Beppe Sala
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19 Giugno 2020 - 16.26


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“Sono molto contento del fatto che il lockdown ci abbia insegnato lo smart working, e ne ho fatto ampio uso in Comune, ma ora è il momento di tornare a lavorare, perché l’effetto grotta, per cui siamo a casa e prendiamo lo stipendio, ha i suoi pericoli”. Lo ha affermato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Abbiamo avuto una pandemia selvaggia a 50 chilometri da qua e di nuovo Milano si è comportata bene, il rischio di soccombere c’era”, ha aggiunto. 

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Sala cita Remuzzi – “L’Italia e’ ancora una Repubblica fondata sul lavoro? A mio giudizio oggi è il momento di tornare a lavorare”. Ha esordito così Beppe Sala nel quotidiano video sui social. Tuttavia, ha spiegato, ogni cosa va “contestualizzata nella situazione sanitaria. Vi suggerisco di leggere quello che dice in un’intervista il professor Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri, bergamasco e che quindi ha vissuto in pieno la pandemia. Remuzzi dice che la carica virale oggi è molta bassa. Semplificare è rischiosissimo e non lo voglio fare, sminuire il potenziale problema è altrettanto rischioso, ma riflettiamoci: a mio giudizio oggi è il momento di tornare a lavorare”, ha detto Sala.

 

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Emergenza lavoro – Sala ha poi parlato anche dell’emergenza lavoro, citando un pezzo di Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera. “E’ il caso di guardare in faccia la realtà dove, soprattutto per le parti più deboli i giovani e le donne, c’è una seria ipoteca per il loro futuro. E dobbiamo occuparcene. Non ho ricette auree, sto cercando di fare il possibile per ridurre la perdita di lavoro nella mia città e, anzi, per creare nuove occasioni di lavoro”, ha dichiarato Sala.

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