Il direttore dell’Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, Giuseppe Remuzzi, ha ribadiro che “la mascherina, le distanze sociali, lavarsi mani sono misure fondamentali, perché probabilmente è a causa di queste misure di attenzione che siamo riusciti a ridurre la carica virale” del coronavirus Sars-Cov-2. “Quindi credo che dobbiamo dire le cose come stanno, senza dismettere mascherina e distanze”.
Intervenuto in video collegamento a un incontro in Regione Lombardia in cui sono stati presentati i risultati dello studio italiano coordinato dall’Irccs San Matteo di Pavia, che ha verificato la presenza di virus infettante a bassa carica, in tamponi nasali effettuati su pazienti clinicamente guariti, l’esperto ha evidenziato l’importanza di non abbandonare il distanziamento sociale e le mascherine “perché quelle sono le cose che probabilmente ci hanno protetto. Tenete conto – ha fatto notare – che i tamponi che facciamo noi non è detto che siano rappresentativi delle persone che incontriamo per strada. Magari per strada incontriamo un asintomatico che svilupperà la malattia fra poco, vediamo quindi un pre-sintomatico con un tampone che diventerà fortemente positivo e se noi entriamo in contatto con le goccioline di quella persona rischiamo di essere infettati”.
Allo stesso tempo però, continua Remuzzi, “c’è da dire che noi in ospedale malati Covid non ne vediamo più, perlomeno a Bergamo. Quindi incontrare questi malati in questo periodo dell’anno è molto difficile. Non è detto che non cambi tutto a ottobre e certo non è così ovunque. Ci sono aree in cui il virus si comporta in modo diverso. Noi diciamo quello che vediamo qua e visto che la Lombardia è all’attenzione di tutta l’Italia è importante sapere che i nuovi positivi sono con le caratteristiche” emerse dallo studio coordinato dal San Matteo.
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