Mentre in Parlamento la Lega fa ostruzionismo per impedire la legge contro l’omofobia, la candidata leghista della Regione Toscana Susanna Ceccardi ha espresso solidarietà a un ragazzo gay, Marco, che è stato discriminato sul lavoro (è stato definito ‘troppo finocchio’ per fare l’educatore).
“Caro Marco, ti esprimo tutta la mia solidarietà. Tu non dovresti essere discriminato per la tua vita privata e le tue scelte affettive, la qualità del tuo lavoro dovrebbe essere l’unico metro di giudizio sul tuo ruolo di educatore” scrive Ceccardi.
“Mi sento a te molto vicina e ti comprendo. Anche io nella mia esperienza di vita ho subito tanti attacchi per non essermi allineata a certi schemi. All’inizio, soprattutto al liceo o all’università, quando venivo esclusa da certe amicizie o aggredita per le mie posizioni politiche ci sono rimasta male. Ma, con tenacia, ho reagito e qualche volta ho vinto le mie personali battaglie. Sono diventata più forte grazie agli ostacoli che ho superato. E devi esserlo anche tu. Sii te stesso e – conclude Ceccardi – sii orgoglioso di quello che sei. In bocca al lupo per tutto”.
E qui iniziano i problemi, perché Susanna Ceccardi parla di ‘scelte’ e di ‘schemi mentali’, ma l’omosessualità e l’identità di genere non sono scelte. Quella della candidata leghista appare più come un tentativo di ‘Rainbow washing’, ossia lo sposare delle cause per fini egoistici (in questo caso, la campagna elettorale) senza però sapere davvero di cosa si stia parlando.
Ceccardi solidale con un ragazzo gay: “Anche io discriminata per le mie scelte”. Peccato che l’omosessualità non sia una scelta
La candidata leghista in Toscana scrive a un ragazzo che è stato definito 'troppo finocchio' per fare l'educatore. Ma pure quando tenta di fare bene sbaglia
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globalist Modifica articolo
2 Luglio 2020 - 10.52
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