“È palese la strumentalità del fermo amministrativo applicato alle navi Ong reduci dal soccorso e non, per esempio, al mercantile che sbarca nottetempo a Porto Empedocle 78 naufraghi, né alle navi dell’Eni”.
La considerazione è di uno che di mare e di regole di mare ne sa qualcosa, Vittorio Alessandro, Controammiraglio in pensione e presidente del Parco delle Cinque Terre, siciliano di Porto Empedocle, la città di Andrea Camilleri.
“La colpa dei volontari – fa notare l’ex alto ufficiale sulla sua pagina Facebook – sarebbe quella di avere ospitato a bordo più persone di quanto nell’ordinario le loro navi possano portarne: ciò che succede, però, a tutte le unità soccorritrici, che siano da diporto o anche da salvataggio”.
Vittorio Alessandro si chiede e provocatoriamente chiede:”Esiste forse un numero massimo di persone da salvare?” Ed ancora, incalza:”Inoltre, se davvero Ocean Viking e le altre costituissero pericolo per le persone tratte dal mare (cosa alquanto strana), non si capisce come mai esse vengano lasciate in navigazione giorni e giorni prima di poter accedere a un porto, piuttosto che essere sottratte alle temute condizioni di pericolo.
Non le si vuole tra i piedi, e basta: sarebbe onesto affermarlo apertamente, piuttosto che fingere “normali controlli” che costituiscono oltraggio al buon senso e immorale invito a fingere di non capire. Come per la nipote di Mubarak”.