Non ce l’eravamo inventati. Non è vero che i famigliari delle vittime erano d’accordo col Comune e la Prefettura per non fare il corteo lungo via Indipendenza e il ritrovo davanti alla Stazione alle 10.25 del 2 agosto, quarantennale della strage fascista più orrenda, con il minuto di silenzio al fischio del locomotore che rappresenta da sempre il momento più intimo e significativo della commemorazione. E’ vero, invece che i famigliari temono che con la scusa del Covid si stia facendo la prova per spegnere quel rito – diventato per alcuni troppo impegnativo e ingombrante – che ogni anno, da 40 anni, porta i bolognesi e non solo a stringersi ai sopravvissuti, ai parenti delle 85 vittime e dei 200 feriti, a chiedere cocciutamente verità e giustizia, a contestare i ministri che vengono solo a fare passerella e portare chiacchiere. E solo dal giorno dopo Bologna va da sempre in ferie.
Da una settimana, fino a oggi, Globalist è stato l’unico media a chiedere di non spegnere quel rito, tanto più nel quarantennale della strage, con la verità sui mandanti che sembra finalmente a portata di mano. Il solo a denunciare il “doppiopesismo” di chi ha consentito, a maggio, in piena emergenza pandemia, l’assembramento per la discesa della Madonna di San Luca in città, poi a luglio ha riaperto tutto quel che era soldi e business chiudendo gli occhi sugli assembramenti all’ora dell’aperitivo, sulle movide notturne incontrollate, sugli affollamenti nei mezzi pubblici e nelle spiagge, arrivando a incoraggiare le notti rosa, salvo poi vietare “per ragioni di sicurezza sanitaria” il corteo e la manifestazione del 2 agosto, confinando la commemorazione in Piazza Maggiore con mille posti su prenotazione. Il solo giornale a sostenere che i bolognesi vogliono comunque essere al fianco dei famigliari il 2 agosto, e che sarebbe ancora possibile organizzare un momento pubblico davanti alla Stazione alle 10.25, in sicurezza, come del resto ancora ieri ha chiesto il presidente dell’Associazione, Paolo Bolognesi.
Siamo stati i soli ma non ce ne vantiamo e tanto meno ce ne rallegriamo. Anzi. La cappa di silenzio che è stata calata dai media su questa vicenda è quanto meno imbarazzante. Per cui fa veramente tirare un sospiro di sollievo vedere, su Repubblica Bologna di oggi, il titolo che recita: Intervista al presidente Bolognesi: “La verità viene a galla. Noi vogliamo sfilare ma c’è chi rema contro” e leggere queste risposte di Bolognesi alle domande di Valerio Varesi che l’ha intervistato:
“Presidente, c’è chi pensa che si voglia mettere la sordina alla manifestazione…”
“Be’, questo è una sorta di retrogusto che si sente aleggiare, ma se qualcuno ha questa intenzione, deve in primo luogo dirlo alla città. Per quel che ci riguarda, sia chiaro che dopo il virus che toglie il corteo del 40esimo, ci sarà un 41esimo e un 42esimo. Ricordo che durante il mandato del sindaco Flavio Delbono, qualcuno provò a lanciare l’idea di un corteo unitario per il 2 agosto assieme a Ustica e la Uno bianca. Noi non fummo d’accordo e la città ci diede ragione”.
E per quanto riguarda la commemorazione:
“Ci atterremo alle disposizioni, ma noi, il corteo, l’avremmo voluto fare”.
Comunque vada a finire questa storia, mi sa che il 2 agosto saremo comunque in tanti in Piazza, lungo Via Indipendenza, davanti alla Stazione.
Il 2 agosto saremo in tanti davanti alla stazione e vi dico perché
Anche il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi pensa che c'è il tentativo di mettere in sordina la manifestazione con la scusa del Covid.
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Claudio Visani Modifica articolo
24 Luglio 2020 - 14.45
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