Il campionato si è concluso alla ben è meglio con qualche sorpresa a cominciare dalla Juventus, ma con elementi di novità positivi come soprattutto l’Atalanta di Gasperini, il Milan di Pioli, e lo stesso Napoli di Gattuso non privo di problemi societari e di molta strada da compiere.
Forse però l’ultima vera sorpresa è stata la Roma di Fonseca: ha battuto nitidamente a Torino la Juventus, mostrando bel gioco anche in difesa ed esibendo in tutto il suo splendore il giovane Zaniolo, pronto per nuove imprese.
Ma tutti gli allenatori di squadre di serie A meriterebbero una segnalazione speciale, per come sono riusciti a far vivere a tutta la squadra le sofferenze e l’impreparazione a causa della sosta per il virus con tutte le conseguenze che anche noi stiamo sperimentando.
Pensando alle loro capacità non solo tecniche, mi verrebbe voglia di suggerire alla ministra dell’istruzione una qualche forma di dialogo e di apertura con gli allenatori sopra citati specie per discutere ad esempio di bullismo e di violenza specie contro le donne sino all’impegno della testa e nelle motivazioni per procedere in allenamenti e recuperi anche del carattere e chiamano in causa la capacità di controllo nelle stesse prime fasi di facile notorietà che ne può derivare.
Mi scuso, non avevo però voglia di ripartire in questa prima calda domenica agostana con la politica e dopo le significative parole del presidente Mattarella sulle mascherine e la vergognosa indecente decisione di freccia rossa per consentire l’occupazione di tutti i posti sui suoi treni ad alta velocità, decisione coincisa tra l’altro con la tragica ricorrenza dei 40 anni dei morti e dei tanti feriti che hanno nei loro corpi le cicatrici di quell’orribile attentato contro la nostra democrazia.
Purtroppo molte delle cose peggiori allora sospettate hanno trovato riscontro ma cupa e oscura rimane ancora la ragnatela quegli interessi. Sento ancora la voce al telefono del collega Claudio Speranza che mi avvertiva: “non è vero vogliono fare credere che è scoppiata una caldaia nel ristorante accanto all’ingresso. Ma c’è un cratere enorme, polvere , morti e feriti dappertutto, non ripetete l’errore di piazza Fontana”.
Una verità per me chiara fin d’allora e che mi tornò come un incubo nel momento in cui trovai, rientrando a casa , l’elenco degli affiliati P2. C’era anche il nome del direttore del Tg1 Franco Colombo che presentò le dimissioni al vertice Rai. Venne sospeso, ma con una bella manovra ben orchestrata si chiese ai redattori di chiedere di respingere le dimissioni.
All’assemblea di redazione presentai un breve documento, ringraziando Colombo per il suo gesto ma chiedendo di valutare l’alternativa: o il direttore ignorava la P2 o non meno grave, la conosceva e pensava di servirsene . Il mio breve documento fu bocciato e per circa un anno fui invitato a “consumare” le ferie e restare a disposizione in sala stampa a Montecitorio.
Il Tg1 fu così per circa un anno “lasciato alla responsabilità di Emilio Fede. Ancora oggi con amarezza e il sollievo unico possibile ritengo lo sport un grande balsamo.
La Rai al tempo della P2: quando io fui messo ai margini e il Tg1 lasciato a Emilio Fede
Nelle liste di Gelli ’era anche il nome del direttore del Tg1 Franco Colombo che presentò le dimissioni al vertice Rai. Venne sospeso ma...
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Nuccio Fava Modifica articolo
2 Agosto 2020 - 10.13
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