Chiede di mantenere le distanze dal figlio malato e viene aggredita: "Il Covid non esiste, tuo figlio tienilo a casa"

Succede su una spiaggia toscana. Le due donne sono state poi allontanate dagli altri bagnanti, perché sbeffeggiavano la madre e il bambino

Spiaggia
Spiaggia
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

5 Agosto 2020 - 14.44


ATF AMP

Aveva semplicemente chiesto a due donne di mantenere le distanze dal figlio, che aveva appena subito un trapiano. La mamma non si aspettava che le due turiste, come lei su una spiaggia delle costa apuana in Toscana, si sarebbero inviperite e le avrebbero urlato contro: “Il Covid non esiste: niente distanze. Se tuo figlio è malato tienitelo a casa”. 

Top Right AMP

Secondo quanto riportato al quotidiano, la donna e il figlio sarebbero stati aiutati da altri bagnanti, che avevano assistito con incredulità alla scena.

 
Racconta la mamma: “I fatti sono avvenuti sabato pomeriggio. Fa molto caldo e c’è gente, lo spazio per chi si presenta senza aver prenotato è ridotto; arrivano due donne, due turiste, e srotolano asciugamani e stuoie accanto a lui, così vicino da toccargli i piedi. Ho visto mio figlio guardarmi con occhi increduli e impauriti, come a volermi chiedere “mamma possono farlo?”. Mi sono permessa di chiedere alle due signore di rispettare il metro di distanza previsto dai decreti, specificando che non era un capriccio, ma una necessità, perché il bambino, fresco di trapianto e immunodepresso, non poteva stare a contatto con nessuno”. “Se è ammalato se lo tenga chiuso in casa, oppure si sposti lei”, è stata la loro risposta.
“Ho perso la calma – confida la donna al Tirreno – io che solitamente non alzo mai la voce, che ho dovuto imparare a controllare la rabbia e che mi impongo un certo comportamento davanti a mio figlio. Ho indossato la mascherina, perché mi sono venute vicino al volto, aggredendomi verbalmente, simulando di toccare mio figlio, rimasto impietrito seduto sulla sua sdraio, sbeffeggiandoci, urlando che il Covid non esiste e che stavamo limitando la loro libertà. Noi che abbiamo passato due anni tra casa e ospedale, 13 ore in sala operatoria, giorni interminabili in rianimazione”
FloorAD AMP
Exit mobile version