I medici con Speranza: "L'abolizione del superticket è un atto di grande civiltà"

Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli: "Le risorse impegnate per la Salute dei cittadini ora sono viste come un investimento e non come un costo".

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29 Agosto 2020 - 17.39


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Un riconoscimento verso una misura giusta della quale si sta parlando poco:
“L’abolizione del superticket è un atto di grande civiltà, che dà applicazione ai principi di universalità, uguaglianza ed equità del nostro Servizio sanitario nazionale. E’ stato uno dei primi impegni presi dal ministro della Salute, Roberto Speranza, impegno subito mantenuto. Un gesto dal forte valore anche simbolico, segno tangibile del nuovo corso, che vede finalmente le risorse impegnate per la Salute dei cittadini come un investimento e non come un costo”.

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Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, commentando anche in una nota l’abolizione del superticket, prevista dopo 9 anni dalla legge di Bilancio a partire dal 1 settembre.
“Il superticket era un’imposizione iniqua, oltre che inefficace”, spiega Anelli: “Costituiva uno sbarramento all’accesso alle cure pubbliche, e spingeva paradossalmente molte persone a rivolgersi alla sanità privata, visto che il ticket era spesso uguale o superiore al costo della prestazione. Era foriero di disuguaglianze non solo in base al reddito – precisa – ma anche rispetto alla zona di residenza, in quanto veniva applicato in maniera differente nelle diverse regioni. Era soprattutto un effetto collaterale di quella mala gestione della politica che vedeva la sanità come un bancomat cui attingere, e non come una risorsa su cui puntare”.
“Per questo la Fnomceo – conclude il presidente – si è sempre battuta per la sua abolizione, insieme a Cittadinanzattiva: era proprio questo uno dei punti del Patto per il diritto alla salute siglato lo scorso settembre insieme ad Antonio Gaudioso. I medici sono garanti dei diritti dei cittadini, in primis quello alla Salute. Con questo gesto il ministro si conferma dalla parte dei diritti, a fare fronte unico con i professionisti e i cittadini”.

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