Cauda: "Mascherine chirurgiche a scuola? E' un approccio corretto"

Il direttore dell'Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma: rispettando distanziamento e igiene i rischi si riducono

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2 Settembre 2020 - 11.51


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 “Sulle mascherine è stato detto di tutto e di più. Ebbene, consigliare l’uso di quelle chirurgiche a scuola, come sembra essere orientato il Cts, assicurando una fornitura mirata e gratuita agli studenti, mi sembra un approccio corretto e prudente. Anche perché a scuola il problema saranno gli asintomatici: fra bambini e ragazzi sono prevalenti. Se tutti utilizzano correttamente la mascherina chirurgica, e si rispettano le misure di igiene e distanziamento, i rischi si riducono”. Lo afferma all’Adnkronos Salute Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma.

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“Io stesso – confida Cauda – sono molto favorevole all’uso della mascherina, e mi sono ritrovato nelle parole del virologo statunitense Anthony Fauci, che ha confessato di indossarla sempre, tranne in casa con la moglie. Devo dire – aggiunge – che metto la mascherina anche all’aperto. Penso inoltre che in autunno, con l’arrivo della stagione dei raffreddori e delle febbri, la mascherina aiuterà su più fronti. Dovremo però essere pronti e affinare la nostra capacità diagnostica, dal momento che ci saranno molti” malanni “con sintomi simili”: da Covid all’influenza.

Quello del 2020 sarà un Natale ‘Covid’? “Penso proprio di sì: le previsioni sono più realistiche se fatte a breve termine, ma temo che dovremo fare i conti con Covid anche a Natale, perché non ci sarà un vaccino ampiamente disponibile per quel periodo. E questo nonostante la ricerca sia stata molto veloce”. Parola di Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, che spiega all’Adnkronos Salute: “Una mutazione del virus in senso favorevole, come ad esempio la delezione 382 rilevata dagli studi, potrebbe portare a una prevalenza di forme asintomatiche, e potrebbe influire sull’andamento dell’epidemia”.

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Ma se anche la convivenza con il virus proseguirà nei prossimi mesi, l’esperto invita a tenere i nervi saldi. “Oggi stiamo vedendo gli effetti, in termini di nuovi positivi, di ciò che è accaduto 15-20 giorni fa. Dunque se sapremo tracciare e fare tamponi in modo stringente e puntale, e adotteremo comportamenti corretti, potremo essere in grado di gestire il virus. E’ chiaro – sottolinea Cauda – che non possiamo sperare in una bacchetta magica che faccia sparire il coronavirus in assenza del vaccino. Quello che dobbiamo fare – raccomanda – è adottare le misure che sappiamo essere in grado di contrastare la diffusione di Covid-19, convivendo al meglio con il virus. Fino a quando non ci sarà un vaccino”.

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