I fratelli Marco e Gabriele Bianchi, in carcere con l’accusa di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro Duarte, sono stati trasferiti dalle celle anti-Covid a quelle di isolamento precauzionale di Rebibbia. Precisamente, si trovano nel braccio G9, quello che gli altri detenuti chiamano “degli infami” perché vi vengono trasferiti coloro che sono finiti in carcere per reati sessuali o agenti delle forze dell’ordine che hanno abusato del proprio potere. Lo riporta Il Messaggero. Troppo pericoloso per loro condividere gli spazi comuni perché, secondo i legali, rischiano il linciaggio. Ma a rischiare sarebbero anche gli altri. La figlia di un carcerato marocchino ha infatti scritto all’associazione “Detenuti liberi” accusando Marco e Gabriele di aver aggredito il padre.
Nessun contatto con gli altri detenuti – Nel G9, i due giovani sono sottoposti a stretta sorveglianza. Per evitare qualsiasi contatto, avranno momenti d’aria in orari diversi rispetto agli altri detenuti. Marco e Gabriele sono monitorati anche dai medici per motivi sanitari e psicologici.
La denuncia della figlia del carcerato – La figlia del detenuto marocchino ha detto che i Bianchi hanno aggredito il padre mentre raggiungevano i parlatori attraverso il corridoio; ha parlato di insulti e mani che volano. La lite, comunque, secondo quanto riporta Il Messaggero, sarebbe stata arginata sul nascere.