Becciu in una intervista: "Ho dato 200 mila euro a mio fratello. Che male c’è?"

Intervista dopo aver rassegnato le dimissioni: "Ho detto al Papa: perché mi fai questo?"

Cardinale Angelo Becciu
Cardinale Angelo Becciu
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25 Settembre 2020 - 07.22


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“Ho detto al papa: ma perché mi fai questo? Davanti a tutto il mondo poi? Mi ha detto che avrei dato soldi ai miei fratelli. Io non vedo reati, sono sicuro che la verità verrà fuori”. Così in una intervista a ‘Domani’ il cardinale Angelo Becciu, che ieri ha rassegnato a Papa Francesco le dimissioni da prefetto della Congregazione dei santi, in relazione all’inchiesta partita un anno fa dalla compravendita di un palazzo a Londra di proprietà della Segreteria di Stato.

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“Resto cardinale – spiega ancora – ma se c’è il conclave forse non posso entrare. Nel nostro incontro il Santo Padre mi ha spiegato che avrei favorito i miei fratelli e le loro aziende con i soldi della Segreteria di Stato, ma io posso spiegare.
Reati di certo non ce ne sono”. Il cardinale Becciu non nega che una coop riconducibile al fratello Tonino venga finanziata con fondi Cei provenienti dall′8 per mille grazie a sua esplicita richiesta: “Confermo, anche perché è tutto rendicontato. Che male c’é?”. 

Secondo gli investigatori altri 100 mila euro sarebbero arrivati alla cooperativa direttamente dai fondi della Segreteria di Stato: “Errato – risponde Becciu – io da sostituto non ho mai dato i denari alla cooperativa di mio fratello, ma alla Caritas di Ozimo. Ho appena chiamato il vescovo di Sassari che tra l’altro mi ha detto che quei soldi sono ancora in cassa in diocesi”.

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“Come sostituto – prosegue il cardinale – avevo a disposizione un fondo con cui, senza dover rendere conto a nessuno, potevo aiutare vari enti e associazioni caritatevoli. Perché non dovrei dare una mano anche alle Caritas sarde come quella di Ozieri?”. C’è anche una srl specializzata in porte e finestre riconducibile a un altro fratello Becciu che avrebbe ottenuto, spiega il quotidiano, commesse rilevanti grazie ai buoni uffici del parente, denaro proveniente dalle nunziature e dunque dalla Segreteria di Stato: “Vero – conferma Becciu – il nunzio in Egitto conosceva mio fratello, e così lui ha fatto lavori per circa 140 mila euro per cambiare gli infissi della sede, ma anche qui francamente non vedo il reato”.
Becciu stesso però avrebbe comprato gli infissi del fratello per ammodernare la nunziatura di Cuba, dove era assegnato tra il 2009 e il 2011, scrive ‘Domani’: “Ma scusi non conoscevo nessun altro – dice al quotidiano – era ovvio usassi la ditta di mio fratello. Poi i lavori non li ho nemmeno terminati io, ma il nunzio che mi è succeduto. Che è stato talmente contento del servizio che, quando è stato spedito nella nunziatura egiziana, lo ha richiamato”. Becciu afferma oggi di non aver “rubato un euro. Non so se sono indagato, ma se mi mandano a processo mi difenderò”.

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