Zaia: "Il voto per me è un segno di protesta verso Roma" e intanto Salvini smorza le polemiche

Salvini a Radio 24 smorza qualsiasi polemica: “Con Luca Zaia, non c’è alcuno scontro. Lavoriamo insieme da 20 anni, se cresce lui sono solo contento”.

Luca Zaia
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25 Settembre 2020 - 10.32


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“E’ stata una vittoria strepitosa, che corona la mia storia da leghista: mai avuto altre militanze. Nel 2010, la mia prima elezione fu meramente politica: tanto valeva il centrodestra, tanto ho preso io”. E’ l’analisi del risultato elettorale e del suo successo personale che fa il governatore del Veneto Luca Zaia in un’intervista al Corriere della sera. E che alla luce del suo 76,79% oggi può dire: “Questo voto è il riconoscimento del mio lavoro da parte dei veneti. Ma anche un segno di protesta verso Roma. Civile, ma protesta”.
“Nel 2020” osserva Zaia, “il rapporto tra cittadini e governatore diventa viscerale”. “Prima il governatore era su un piedistallo, ora mi scrivono su Instagram, mail, WhatsApp”, cosicchè, dice, “il presidente diventa una sorta di super sindaco”.

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“Si sono azzerate le distanze” aggiunge, “il cittadino sceglie non solo il partito ma anche l’uomo: non esiste un partito che valga il 70%”. “Nemmeno uno dei miei oltre 2 milioni di elettori ignorava che io sono un leghista. Ma il valore dei candidati va oltre. Non significa che i partiti siano finiti, i partiti sono la sacralità dell’idea e l’identità. Ma i presidenti devono declinare l’identità nel modo migliore: mi rifiuto di pensare che solo a destra si chieda legalità e ordine pubblico e dall’altra parte tutti pensino che i delinquenti abbiano avuto un’infanzia difficile”.
La chiave del successo, spiega, risiede nel fatto che “cerco di rappresentare il Veneto. Non è questione di gestione del Covid, i sondaggi già mi davano al 70%. Io ho ereditato una Regione che era la periferia dell’impero”. Poi, “dopo l’Autonomia, la riforma sanitaria, le colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, le Olimpiadi, il maggior cantiere italiano che è la Pedemontana, mi lasci dire che qualcosa è cambiato. Ieri eravamo lavoratori e pagatori di tasse, oggi siamo una comunità che spesso detta l’agenda”. Poi un messaggio a Salvini:  “Sta facendo un lavoro strepitoso, ha preso in mano un cadavere eccellente e l’ha portato nell’Olimpo. Anche in Toscana: se ci avessero fatto firmare qualche anno fa per il 40%, avremmo detto ‘tutta la vita’. La Lega è cresciuta molto, e come tutte le piante che sono cresciute rapidamente, ha bisogno di un palo, un supporto per poter continuare a crescere. Abbiamo una caratteristica: l’identità. Non dobbiamo perderne un millesimo. La vera abilità è quella di miscelare la disponibilità temporanea al voto a una persona con un consolidato progetto politico. Quando non ci sarà più Zaia dovremo rinunciare a quel consenso o dobbiamo lavorare oggi perché resti?”.
Salvini a Radio 24 smorza qualsiasi polemica: “Con Luca Zaia, non c’è alcuno scontro. Lavoriamo insieme da 20 anni, se cresce lui sono solo contento”.

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