Era l’ormai lontano 2013: al sesto piano di un tristemente noto palazzo occupato di via Napoleone III a Roma, un uomo parlava a un pubblico di teste rasate. Quest’uomo era Apostolos Gkletsos, ex deputato di un certo partito greco, Alba Dorata, che oggi, sette anni dopo, viene dichiarato ‘organizzazione criminale’ dalla Grecia. Ma allora, i neonazisti erano sulla cresta dell’onda in patria: avevano conquistato 18 seggi e sfioravano il 22% di gradimento, nonostante già all’epoca quindici manifestanti fossero finiti in carcere per l’omicidio di Pavlov Fyssas, rapper antifascista che solo oggi, sette anni dopo, ha ottenuto giustizia.
Gkletsos arringa la folla con parole di fuoco: “Alba Dorata difenderà la Grecia e tutta l’Europa dai musulmani. Lo abbiamo fatto nella storia e continueremo a farlo. I nostri militanti Georgios e Manolis uccisi dai terroristi di sinistra sono degli eroi per tutta la razza bianca. Ci hanno definito associazione a delinquere, ma nonostante abbiano arrestato il nostro leader Michaloliàkos con false accuse e falsi testimoni, la nostra battaglia continua”. Tutti applaudivano, al sesto piano di Casapound. D’altronde, questo convegno lo avevano organizzato loro “per capire cosa stia succedendo in Grecia” spiegava Andrea Antonini, all’epoca vicepresidente di Casapound. Che aggiungeva: “Con Alba Dorata, che non consideriamo un’organizzazione criminale, condividiamo l’area geografica, il programma politico e forse anche il destino”.
Sull’ultima frase, speriamo che ci abbia preso.
Quando CasaPound diceva: “Con Alba Dorata condividiamo lo stesso destino"
Era il 2013 ed era stato invitato a parlare alla sede di Casapound Apostolos Gkletsos, ex deputato di Alba Dorata
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7 Ottobre 2020 - 17.49
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