Il virus corre sempre più preoccupante, anche se meno che in altri paesi europei. Ma non è questo un dato consolante. Pesa il disagio economico e il sovraffollamento ospedaliero che rendono insufficienti le misure annunciate domenica da palazzo Chigi non solo per i contenuti apparsi insufficienti ma per le stesse modalità con cui sono state formulate dopo annunci e ritardi, rinvii per riunioni ed incontri che hanno contribuito a rendere meno persuasiva la presentazione.
Ma era ovviamente il loro contenuto a suscitare perplessità ed incertezza, la disomogeneità d’interventi tra differenti settori, la difficile conciliabilità della doppia contemporanea tutela di salute ed economia.
Anche le differenziazioni trapelate nella maggioranza non hanno favorito un buon accoglimento delle misure, mentre le opposizioni hanno ancora una volta reagito con atteggiamento ostile in modo quasi pregiudiziale.
Anche questo contesto ha favorito il clima di protesta e di manifestazioni anche violente. Comprensibili ma assolutamente da condannare nelle espressioni di vera e propria guerriglia urbana, con assalti a negozi e uffici, di scontri programmati contro le forze dell’ordine.
Tutto questo dice di quanto tensione, rabbia e malcontento economico e sociale siano preoccupanti.
Bene ha fatto il governo ad aprire subito il dialogo con categorie colpite e cercare la strada del confronto costruttivo. E’ però urgente comunicare in modo più efficace e persuasivo con tutta la società italiana coinvolgendola al massimo nella sempre maggiore acquisizione della consapevolezza della gravità del rischio che tutti insieme si corre e che solo tutti insieme si può tentare di tenere sotto controllo e di ridurne pericolosità e lutti ancora per parecchio tempo.
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