L’epidemia avanza e ci son le prime indiscrezioni sulle nuove misure al vaglio del governo. Si tratterebbe di lockdown mirati e nuovi limiti alla circolazione tra le regioni.
Questo è quanto emerge dopo la riunione tra il premier Giuseppe Conte, i capidelegazione di maggioranza e i membri del Comitato tecnico scientifico. Il nuovo Dpcm dovrebbe vedere la luce già lunedì.
I numeri dell’epidemia parlano chiaro: l’ultimo bollettino ha fatto registrare 31.758 nuovi contagi e 297 morti, con il rapporto il rapporto tra casi positivi e tamponi schizzato al 14,7%, il più alto mai registrato. In mattinata una riunione con le Regioni per fare il punto della situazione, mentre nel pomeriggio, il premier vedrà i capigruppo di maggioranza e, forse, anche le opposizioni.
Nel frattempo il Comitato tecnico scientifico sta aggiornando l’elenco dei territori considerati più a rischio: l’ipotesi è quella di una nuova stretta per fermare il contagio nelle regioni (o nelle città) con un indice Rt fuori controllo.
Già questa sera è convocata una riunione d’urgenza del Cts.
Il nuovo Dpcm e i lockdown mirati – Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, non ha escluso “la necessità di una, due, tre settimane di stop in alcuni territori, perchè l’indice Rt non è uguale dappertutto”. Secondo il ministro “in questo momento le aree interne non sono nella condizione delle aree metropolitane e nelle aree metropolitane, c’è una maggior difficoltà perché è fin troppo evidente che la difficoltà è legata alla densità di popolazione. E questa cosa evidentemente, in questo momento, va spiegata bene e va rafforzata anche attraverso gli strumenti tecnologici di cui ci siamo dotati.
Tornano le zone rosse – In mattinata si era parlato di possibili lockdown nelle grandi aree metropolitane, tra cui Milano e Napoli, Caserta, Varese e Genova, Como, Torino e alcune realtà del Veneto del Centro e del Sud.
Ma per ora si tratta solo di ipotesi: sarà il governo, sentito il parere del Cts, a decidere dove e in che modo intervenire.
Oggi alla riunione tra il Presidente del consiglio Giuseppe Conte e i capidelegazione erano presenti anche Brusaferro (Presidente dell’Istituto Superiore di Sanita’), il prof Locatelli (Presidente del Consiglio Superiore di Sanità), Agostino Miozzo (coordinatore del Cts) e il Commissario Arcuri.
Durante l’incontro – riferisce l’agenzia Dire – c’è stato un ampio confronto nel corso del quale gli esperti hanno fornito l’interpretazione ragionata della curva epidemiologica alla luce del rapporto dell’ISS presentato ieri.
Sono stati analizzati dettagliatamente lo scenario attuale, i trend della curva, e le varie situazioni di criticità.
All’esito dell’incontro il Presidente Conte è rimasto in riunione con i soli Capidelegazione per continuare il confronto politico.
All’esito di questa seconda riunione il ministro Speranza ha chiesto al Cts di riunirsi e di fornire al governo indicazioni specifiche su quei territori che al momento presentano maggiori criticità e necessitano di ulteriori misure restrittive rispetto al quadro normativo attuale.
Il governo confida di ricevere una risposta da parte del Cts già in serata.
Gli spostamenti tra regioni – L’AdnKronos informa che prende corpo l’ipotesi di introdurre nuovi limiti agli spostamenti, fatti salvi motivi di lavoro, salute e urgenza. Possibilità caldeggiata dal ministro della Giustizia e capodelegazione M5S, Alfonso Bonafede.
Non è ancora chiaro però se queste restrizioni riguarderanno solo le eventuali zone rosse o tutto il territorio nazionale.
Il nuovo Dpcm: sul tavolo anche nuove regole per negozi e ristoranti – Contestualmente l’esecutivo studia anche un nuovo Dpcm che secondo “Repubblica” dovrebbe prevedere “nuove regole per gli orari dei negozi” e “forse ulteriori strette ai ristoratori, ad alcune attività sportive e dedicate alla cura della persona.”.
Secondo il “Corriere della Sera”, “i negozi potrebbero subire forti limitazioni negli orari di apertura e per i centri commerciali potrebbe scattare la chiusura, in alcuni casi soltanto nel fine settimana”.
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