Stupirsi dei titoli di Libero ormai è come meravigliarsi che d’inverno faccia freddo. Da tempo riconosciuti (e loro se ne vantano con un certo orgoglio) come la feccia del giornalismo italiano, gli scribacchini di Libero usano le parolacce e gli epiteti razzisti per provocare e vedere che effetto fanno, più o meno come gli infanti che dicono le brutte parole per vedere fino a che punto possono spingersi.
Ma l’ultima uscita del quotidiano è particolarmente odiosa: rivela infatti non solo tutto il livore del mondo fascistoide e autoritarista di cui Libero è esponente per la vittoria di Joe Biden contro Donald Trump, ma anche il becero razzismo e sessismo che ormai questa gente non si premura neanche più di nascondere.
Kamala Harris, la neo-eletta vice presidente degli Stati Uniti, è definita una ‘mulatta’ che ha già oscurato Biden. D’altronde, perché stupirsi? Quando vinse Obama, nel 2008, Libero titolò ‘Strano ma nero’, con tanto di caricatura di Obama incattivito, un’operazione non lontana da quelle naziste sulle caricature degli ebrei col nasone a uncino e le mani rapaci.
Per i razzisti di Libero Kamala Harris diventa 'la mulatta che ruba la scena a Biden'
D'altronde, perché stupirsi? Quando vinse Obama, nel 2008, Libero titolò 'Strano ma nero', con tanto di caricatura di Obama incattivito
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9 Novembre 2020 - 18.40
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