Matteo Renzi continua a insistere che Mario Draghi è la cosa migliore che sarebbe potuta capitare all’Italia, che la crisi è stata una manna dal cielo e che Italia Viva ha salvato il Paese: “Ora penso sia più chiaro come l’apertura della crisi in realtà abbia aiutato il Paese ad avere un governo migliore. Noi non volevamo qualche poltrona in più ma solo dare più qualità all’azione dell’esecutivo. Draghi non ha ancora giurato ma già le aziende in borsa valgono il 10% in più rispetto a una settimana fa” ha detto il leader di Italia Viva, che aggiunge di essere “certo che presto gli effetti arriveranno anche alle piccole e medie realtà. Chiamatelo effetto fiducia: quando metti le persone competenti al posto giusto le cose cambiano. Sono orgoglioso e felice per il mio Paese. Italia Viva conterà di meno nel governo, ma l’Italia conterà di più nel mondo”.
Renzi reputa la svolta europeista di Salvini “una buona notizia per l’Italia. Tardiva ma buona. Noi abbiamo assistito nel 2019 alla conversione all’Europeismo di Conte che prima si definiva sovranista. Nel 2020 si è convertito Di Maio che prima flirtava con i Gilet Gialli e adesso segue Macron. Il 2021 pare essere l’anno della conversione di Salvini. Magari il prossimo anno tocca alla Meloni, chi può dirlo? I miracoli sembrano ripetersi”.
Riguardo Conte e Zingaretti, secondo cui ci sarebbe stato un gioco di sponda fra Iv e Lega, “dicono il falso – dice Renzi – Vorrei ricordare che Conte con Salvini ha fatto un governo e firmato leggi impresentabili insieme. E che Zingaretti ha fatto di tutto per andare a votare nel 2019, scelta che avrebbe regalato il Paese a Salvini per cinque anni. Prima di parlare di miei accordi con Salvini la decenza vorrebbe che Conte e Zingaretti si interrogassero sul loro recente passato. Capisco che non abbiano le idee chiarissime sul futuro, ma per il passato è sufficiente leggere i giornali”.
“Tutto ciò che Draghi ha detto – prosegue Renzi – dall’europeismo all’atlantismo, dalla scelta di lavorare sugli investimenti e di cambiare approccio sui vaccini ci ha visto entusiasti sostenitori. Diciamolo con forza: l’Italia non ha mai avuto tanti soldi da spendere, mai. L’idea che il responsabile del Governo che deciderà gli investimenti sia Mario Draghi fa tirare un sospiro di sollievo a tutti, destra e sinistra. E permetterà agli italiani di ritrovare la fiducia smarrita in questi tempi di paura. Il Sole 24 Ore ha scritto che ci sono 160 miliardi di euro fermi negli istituti di credito: se il nuovo Governo desse la tranquillità che da tempo manca e permettesse ai risparmiatori di tornare a spendere / investire già questa manovra segnerebbe una svolta epocale. Serve un Recovery Plan diverso, certo. Ma servono anche la fiducia e il buon senso, due elementi che Draghi ha: 160 miliardi di euro, ci rendiamo conto?”.
“La riforma fiscale – continua l’ex presidente del Consiglio – è ovviamente una priorità, ma non ci saranno nuove tasse e io spero che Draghi rilanci la semplificazione nel pagamento delle tasse: la precompilata, la fatturazione elettronica, l’incrocio delle banche dati possono rendere più semplice il rapporto Stato-cittadini. Per me prima delle aliquote viene la semplificazione: insistiamo anche su questo. Il miglioramento della situazione finanziaria – grazie alla positiva conclusione della crisi di governo – rende meno conveniente di prima l’attivazione del Mes. Ma io non avrei dubbi e lo prenderei comunque: abbiamo bisogno di interventi massivi su sanità, ricerca, medici e infermieri. In ogni caso rispetteremo le decisioni del Premier sul punto. Lo abbiamo fatto con Conte, figuriamoci se non lo faremo con Draghi”.
Riguardo il piano vaccini, Renzi afferma che “bisogna accelerare con efficienza e tecnologia. Prima ci vacciniamo, prima usciamo da questo disastro: Israele indica la via. Ma anche Uk e Usa su questo vanno meglio di noi. Draghi mi è parso avere le idee molto chiare sul punto, sono certo che le Regioni non si metteranno di traverso. Anche se prima o poi qualcuno dovrà modificare questo benedetto Titolo V che rende difficile la gestione del rapporto tra Stato e Regioni”.
“L’arrivo di Draghi è foriero di un messaggio di speranza – prosegue – nel posto giusto vanno messe le persone giuste, a cominciare da Inps e Anpal. A me questa sembra la priorità. Noi siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non sui sussidi. E a forza di assistenzialismo il debito pubblico esplode. Sono temi che Draghi maneggia perfettamente ma che devono diventare patrimonio comune di tutte le forze parlamentari. Coloro che ignorano questa esigenza sono i nuovi negazionisti, i negazionisti del debito pubblico. Pericolosi per sé e per gli altri come i negazionisti del virus”.
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