Tutti a parlare di Dad, ma il 58% degli edifici scolastici italiani continua non avere l'agibilità

Il dato è emerso dall’analisi effettuata su un campione di 6.156 edifici, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, fotografata nel rapporto di Legambiente.

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10 Marzo 2021 - 14.26


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Una situazione non certo da paese del G7. Ricade in aerea sismica 1 e 2 il 4% delle scuole, di cui solo poco più del 30% è costruito con la tecnica antisismica, mentre più dell′87% degli edifici è sotto la classe energetica C. I dati sono emersi dall’analisi effettuata su un campione di 6.156 edifici in 87 comuni capoluogo di provincia, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, fotografata nel rapporto ‘Ecosistema scuola 2021’ (dati 2019) di Legambiente.

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Dalla rilevazione emerge anche che non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici (in gran parte al nord) di quelli oggetto d’indagine, frequentati ogni giorno da 28.500 studenti. La metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo il 55% circa ha la mensa scolastica. Dati medi nazionali che, lungo i vent’anni di indagine, mostrano la permanenza di un costante divario tra nord, centro, sud e isole.

″È il momento di rimettere la scuola al centro delle comunità e dei territori come leva di emancipazione sociale e crescita collettiva e, per questo, di fare in modo che ogni investimento sia parte di questa visione complessiva e non solo una spesa per ‘riparare’ quello che non va ”, ha sottolineato Claudia Cappelletti, responsabile scuola Legambiente. “La Fondazione Agnelli, sulla base dei dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ha quantificato in circa 200 miliardi i fondi necessari per ristrutturare e rinnovare le scuole italiane: una cifra importante che ci può fare da punto di riferimento per andare a comporre un quadro di risorse che saranno sempre parzialmente sufficienti se non gestite con un cambio di passo della governance dell’edilizia scolastica”.

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Per garantire una gestione virtuosa dei fondi per migliorare la qualità degli edifici scolastici occorre, secondo Legambiente, innanzitutto mappare i bisogni attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire dall’efficientamento energetico e dalla messa in sicurezza, sostenere le strutture tecniche delle amministrazioni che sono più indietro nel reperimento dei fondi e nella capacità progettuale, semplificare le linee di finanziamento, il loro accesso e la loro gestione per ridurre il divario esistente tra i progetti finanziati e quelli conclusi e conseguentemente, tra gli importi stanziati e quelli rimborsati agli enti locali.

Solo in questo modo,i fondi a disposizione potranno incidere in maniera significativa ed efficace su un patrimonio edilizio vetusto e poco curato nel tempo, sperequazioni territoriali importanti fra la qualità degli edifici e dei servizi scolastici tra nord, centro, sud e isole, l’eccessiva concentrazione di studenti in spazi non adeguati al benessere e alla didattica, la necessità di interventi strutturali urgenti, la progressiva perdita dei servizi pubblici collettivi rivolti alle scuole, a cominciare dai trasporti.

“Oggi il paese ha bisogno di una capacità di reazione basata su una profonda capacità di innovazione. Per reagire non solo alla pandemia, ma agli ultimi quarant’anni. Quarant’anni in cui il paese non è cresciuto, ma sono cresciute diseguaglianze sociali, divario nord-sud, distanza centro e periferia”. Inizia così l’intervento del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi,  intervenuto all’evento di presentazione del ‘xx rapporto sulla qualita’ dell’edilizia scolastica e dei servizi scolasticì di legambiente.

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Con grande soddisfazione il ministro ha annunciato che, grazie alle risorse proprie del ministero, oggi firmerà un decreto “per assegnare alle province risorse, per un totale di 1 miliardo e 125 milioni di euro, per la messa in sicurezza e le riqualificazioni energetiche”. Bianchi ha ricordato infatti che il tema della sostenibilità è centrale, affermando che i piani di intervento devono essere  sostenuti da atti normativi, ma anche dalla coscienza civica. “Abbiamo bisogno di un piano di educazione alla sostenibilità. L’educazione civica non è una materia, è un modo di essere. E sarà uno degli elementi fondanti della politica culturale di questo ministero. Bisogna uscire dalla pandemia avendo la consapevolezza che la scuola è il luogo principale dove la comunità si ritrova: non diamo le scuole per scontate”. Anzi, proprio tenendo questo a mente, Bianchi afferma che è necessario “partire dai più fragili: un ecosistema si misura dai più fragili, non dai più forti”. Infine il ministro ricorda che “la solidarietà è un elemento fondante della democrazia”, invitando le comunità a “ritrovare nella scuola il proprio cuore”. Perchè ciò sia possibile “l’italia non può fare a meno del lavoro incredibile svolto dagli enti del terzo settore”, conclude il ministro.

 
 
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