Agostino Miozzo in due interviste, rilasciate a Corriere della Sera e a Repubblica, spiega perché ha lasciato l’incarico di coordinatore del Cts per diventare consulente del ministro per l’Istruzione Patrizio Bianchi. Ha sottolineato una profonda differenza fra la gestione del Governo Conte e quella del Governo Draghi.
“Perché il Cts ha esaurito il suo motivo di essere” dice a Repubblica, “ha lavorato bene, con coraggio, per 13 mesi. Possiamo dire che tra vuoti istituzionali e risposte da sperimentare ha contribuito a salvare questo Paese, ma adesso non serve più”. Questo soprattutto perché “nell’ultimo mese e mezzo è cambiata l’amministrazione pubblica – spiega Miozzo – Adesso c’è una struttura che può affrontare la battaglia contro il Covid, prima il Cts ha dovuto supplire a mancanze palesi. Le Regioni andavano per conto loro, i Ministeri faticavano. Ora c’è un coordinamento generale e un blocco istituzionale più saldo”. Ora c’è il commissario Figliuolo e c’è la Protezione civile pienamente in campo, sottolinea Miozzo. “Credo che in uno o due mesi al massimo il Cts possa sciogliersi, meritando l’applauso della Nazione”.
La nuova mission di Agostino Miozzo è sulla scuola. Con un obiettivo primario. Spiega al Corriere della Sera: “Interventi mirati per riaprire le scuole al più presto con scelte che siano uguali in tutta Italia”. Per riaprire, “oltre a vaccinare il personale bisogna organizzare un sistema di monitoraggio sanitario efficace ed efficiente e soprattutto di pronto intervento. E poi far sì che le decisioni sulle aperture e sulle chiusure siano sempre di più concertate e omogenee sul territorio nazionale”.
Argomenti: covid-19