Il piano originario era quello di far sparire la donna dentro a un trolley poi mutato nella messinscena di un furto finito male, il manico del martello usato per provare a soffocarla e persino un accenno di pentimento per “liberarmi la coscienza”.
È quanto riferito testualmente nel verbale con cui il 53enne Pierluigi Barbieri il 17 marzo scorso in Questura a Ravenna alla presenza del suo avvocato difensore Diego Dell’Anna del Foro di Pesaro e del Pm Angela Scorza, ha confessato il delitto di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa il 6 febbraio scorso nella sua abitazione di via Corbara a Faenza (Ravenna). “Io non dico bugie, le sto dicendo la verità, voglio liberarmi la coscienza”, ha detto agli inquirenti confermando la tesi che vede nell’ex marito Claudio Nanni il mandante.
Di Nanni ha detto: “L’ho conosciuto tramite altre persone appassionate di scooter. Ho anche lavorato con lui nella sua officina per un periodo, ho lavorato in nero. Il progetto iniziale era quello di ucciderla, metterla dento un trolley, pulire casa, portare il corpo di Ilenia dentro il trolley in un posto. Lui aveva scavato una buca dove dovevo portarla, aveva scavato la buca per seppellirla, il trolley che dovevo utilizzare era nella sua officina”.
Ancora Barbieri: Nanni in quel periodo aveva comprato dell’acido “che io avrei dovuto buttare sul corpo di Ilenia, una volta buttata dento la buca, affinché non potesse essere riconosciuta in caso di rinvenimento. Il progetto era stato interamente organizzato da Nanni il quale mi disse che una volta seppellita la moglie dovevo allontanarmi con il trolley e le bottiglie di acido”. Materiale tutto ritrovato e sequestrato dalla polizia. Compresa la buca scavata da Nanni in una zona di campagna a Faenza sotto a un cavalcavia.
“Nanni non mi ha dato nessun anticipo, gli accordi erano di 20 mila euro e una macchina”, ha detto testualmente Pierluigi Barbieri.
Nanni ha invece riferito di aver dato a Barbieri duemila euro solo con l’intento di spaventarla, ma non di ucciderla.
A riprova della genuinità della sua confessione, Barbieri ha descritto minuziosamente il materiale che doveva inizialmente usare per portare via il cadavere della 46enne, nei due precedenti tentativi che non si erano concretizzati e quanto avvenuto la mattina del delitto.
“Lui – ha detto nell’interrogatorio – la moglie la voleva ammazzare, mi ha ripetuto tante volte che la moglie non doveva uscire di casa viva, io gli ho detto che anche la figlia avrebbe visto il cadavere della madre al suo ritorno, ma lui mi disse che non importava, la moglie non doveva restare viva. Il cerchio si doveva chiudere prima del processo del 26 febbraio 2021, che aveva con la moglie”, una causa di lavoro da 500 mila euro promossa dalla defunta per via delle sue collaborazioni nell’impresa di famiglia.
L’idea in questa ultima occasione era quella di fingere un furto ed uccidere la moglie. Io dovevo simulare il furto, aprire cassetti e buttare la roba in giro. Nanni mi disse solo che la moglie doveva morire e basta. Non mi spiegò come. Io sono entrato in casa con un manico di un martello da muratore.
Il manico poi l’ho gettato nel tragitto tra Faenza e Imola. Sono entrato in casa, con le chiavi che mi diede Nanni, sia le chiavi del cancello che di ingresso di casa. Sono entrato dal garage, sono andato in camera da letto diretto e Ilenia era sveglia nel suo letto, lei è scappata via ha iniziato ad urlare, utilizzando un coltello l’ho uccisa. Ho lasciato il coltello all’interno del lavello. Sono scappato di fretta e non ho avuto il tempo di simulare il furto perché nel frattempo sentivo dei rumori che mi avevano allarmato”.