Durante la conferenza stampa di questo pomeriggio da Palazzo Chigi, Mario Draghi ha parlato ad ampio raggio di quello che è stato il Consiglio Europeo di ieri, in cui lo stesso Draghi, come mai nessun altro premier italiano, ha battuto i pugni sul tavolo affinchè le aziende farmaceutiche, in primis AstraZeneca, consegnino all’Ue le dosi pattutite. Draghi ha ammonito però anche implicitamente l’Unione Europea che deve fare di più: “L’Italia è pronta a fare da sola se l’Europa non darà segnali di svolta”, queste le sue parole.
Draghi ha anche sollevato il caso dei sanitari che hanno deciso di non vaccinarsi per scelta, alludendo che a breve ci sarà un decreto legge per punire tali soggetti ed obbligare tutto il personale sanitario a vaccinarsi contro il Covid.
Export dei vaccini fuori dall’Ue
Per quanto riguarda il Consiglio europeo, il presidente del Consiglio ha spiegato che “il criterio enunciato dalla commissione è in parte una modifica del criterio precedente. Prima l’unico requisito per lo stop all’export di un certo vaccino era il non rispetto del contratto da parte di una società.
Ieri la commissione ha allargato il criterio introducendo le parole proporzionalità e reciprocità.
Conta anche cosa fa il Paese verso cui un vaccino è diretto, ovvero se consente o meno le esportazioni.
La proporzionalità e un criterio più sottile, riguarda la spedizione di vaccini verso un Paese che ha una percentuale già alta di vaccinati”.
Contrarietà al blocco dei vaccini verso il Regno Unito
“Sono contrario a un blocco totale delle esportazioni dei vaccini nei confronti del Regno Unito. Non dobbiamo arrivarci e non ci arriveremo.
Il blocco andrebbe considerato verso quelle società che non rispettano i patti”, ha sottolineato il premier.
Priorità al criterio per età
Sul criterio della somministrazione dei vaccini in Italia, Draghi ha spiegato che “il richiamo alle Regioni era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell’età deve tornare a essere prioritario”.
Da Aprile mezzo milione di somministrazioni al giorno
“Posso rassicurare gli italiani – ha spiegato il premier – che avranno tutte le dosi di vaccino per il coronavirus, e che guardando il trend dei dati delle somministrazioni l’obiettivo del mezzo milione in aprile si comincia a vedere con un po’ più di probabilità”.
Produzione del vaccino in Italia tra 4 mesi
Draghi ha parlato di tre/quattro mesi per la produzione dei vaccini in Italia, ricordando l’accordo tra Thermo Fisher per la produzione di Pfizer-Biontech e sottolineando che “ci sono altri accordi per la produzione di vaccini nel nostro Paese”.
I dati sui vaccini anche sul sito del governo
Il premier ha annunciato che “da oggi sul sito della presidenza del Consiglio chiunque può accedere ai numeri complessivi, regione per regione, età per età, categoria per categoria”.
Il Lazio in zona arancione da lunedì
“In base ai dati della cabina di regia il Lazio passa dalla prossima settimana in zona arancione”, ha detto Speranza, precisando che il passaggio arriva “a scadenza ordinanza vigente. Quindi il Lazio diventa arancione da martedì prossimo”.
Nuovo scostamento del bilancio non deciso
Sullo scostamento di bilancio, Mario Draghi ha spiegato che “non ne abbiamo ancora discusso. Non abbiamo preso decisioni.
La cosa che ho detto in Parlamento è che si pensa debba essere alla data della presentazione del Def, quindi a metà aprile.
Non abbiamo però discusso dell’entità perché non si annunciano i numeri, 20 o 30 o 50 miliardi per vedere l’effetto che fa.
No, si vede esattamente dove l’azione di governo deve indirizzarsi, quali e quanti sono i bisogni, e poi da questo emerge lo scostamento necessario”.
Investimenti sul mondo del lavoro
“La composizione” dell’intervento pubblico “è essenziale.
Proprio per la disponibilità di mezzi che l’Ue ha e i singoli Paesi hanno e che non durerà per sempre, è essenziale che i fondi vengano impiegati in un modo che costruisca il nostro futuro, è ancora necessario sostenere individui, famiglie, imprese che hanno chiuso.
Man mano, speriamo, ci sposteremo sempre più verso uno stimolo che andrà verso gli investimenti.
A un certo punto bisogna creare posti di lavoro perché ci sarà un aumento della disoccupazione”.
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