Ha ammesso tutto Enrico Nava, direttore per l’Integrazione socio sanitaria dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento: accusato di aver inserito il nome della moglie nell’elenco delle persone da vaccinare contro il Covid 19.
Una “leggerezza imperdonabile” che ha spinto, a dimettersi dal suo ruolo.
Tutto cominciò il 5 gennaio, giorno in cui alla moglie, una giudice di 60 anni, fu somministrato il vaccino anti Covid.
“In quei giorni – spiega Nava – mi sono trovato casualmente in un ufficio dove alcuni colleghi stavano completando le liste per vaccinare e stavano cercando i nominativi per coprire tutti i posti al fine di non buttar via le dosi di vaccino. Mancando alcuni nominativi ho detto: vabbè se manca qualcuno mettete dentro mia moglie. Cosa che è stata fatta”.
Una “circostanza casuale e fortuita” secondo il direttore dimissionario che si difende: “Non ho mai lavorato per me stesso, né per la mia famiglia. E’ stato per tappare un buco. Non è stata una cosa meditata”. L’Azienda sanitaria ha avviato un’indagine interna per far luce sul caso.