Una grave sindrome infiammatoria dovuta alle conseguenze del Covid e un quadro clinico che lo avrebbe facilmente portato in terapia intensiva.
Nell’ospedale pediatrico ‘Giovanni XXIII’di Bari, un bambino di tre anni era arrivato in gravi condizioni per iperinfiammazione post Covid, è ora salvo grazie alla somministrazione in anticipo, rispetto ai protocolli, di un farmaco innovativo, riuscendo a evitare il ricovero in terapia intensiva.
Dopo un ricovero durato 18 giorni nel reparto di Pediatria, il piccolo paziente è stato dimesso.
Il bambino era arrivato in ospedale con i sintomi della Mis-c (Kawasaki post Covid), la sindrome infiammatoria multisistemica che i minori possono sviluppare a seguito del Covid19.
Nonostante il paziente avesse avuto una forma asintomatica di Covid19, si era successivamente ammalato con un’iperinfiammazione post Covid cardiaca e neurologica.
Una volta arrivato in ospedale i medici gli avevano riscontrato una infiammazione cardiaca con dilatazione coronarica e una meningite asettica. Conseguenze gravi che avrebbero portato il piccolo in terapia intensiva.
E’ stato allora che i medici hanno valutato e deciso di anticipare la somministrazione del farmaco biologico innovativo, Anakinra, che ha evitato la progressione della malattia. La reazione è stata buona e il minore adesso sta bene ed è tornato a casa.
“In questa ondata pandemica abbiamo riscontrato un aumento di casi di iperinfiammazione post Covid anche nei più piccoli – spiega il dottor Francesco La Torre, referente regionale della sindrome Mis-c – spesso i bambini hanno una infezione da covid asintomatica ma nelle settimane successive possono sviluppare una forma clinica che è simile alla malattia di Kawasaki ma molto più aggressiva. Si tratta di una infiammazione multiorgano che colpisce spesso il cuore e che abbiamo già rilevato nella seconda ondata tra ottobre e dicembre e che ha portato alcuni bambini in terapia intensiva. Solo nel nostro reparto di Pediatria ospedaliera nelle ultime 3 settimane – continua – abbiamo ricoverato 4 bambini che per fortuna adesso sono stati tutti dimessi. In tutto, però, abbiamo seguito 13 casi nel solo Giovanni XXIII”.
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