Tra India e Italia accordo sui pescatori uccisi: risarciti i familiari delle vittime

I fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone erano accusati di aver fatto fuoco. Un caso durato 9 anni

I marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
I marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre
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9 Aprile 2021 - 16.50


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Dopo oltre nove anni di distanza si è arrivati a un accordo tra India e Italia per chiudere il caso dell’uccisione nel febbraio 2012 di due pescatori del Kerala da parte di due marò italiani.

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La Corte suprema indiana, ha specificato che il procedimento si concluderà con il deposito in un conto del ministero degli Esteri di 100 milioni di rupie (1,1 milioni di euro) come risarcimento dello Stato italiano alle famiglie delle vittime.

La somma si aggiunge alle 21,7 milioni di rupie (245mila euro) già pagate.

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All’epoca dei fatti i due militari, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, erano a bordo della petroliera Enrica Lexie come guardie di sicurezza.

I due fucilieri di marina hanno affermato di aver sparato contro un peschereccio indiano, scambiandolo per un’imbarcazione pirata, nella convinzione di trovarsi in acque internazionali.
Due uomini dell’equipaggio, Jelestein e Ajesh Binki, sono morti per i colpi esplosi.

In luglio la Corte permanente di arbitrato dell’Aja ha stabilito che spettava all’Italia processare Latorre e Girone, godendo i due di ”immunità funzionale”.

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Il governo italiano avrebbe dovuto pagare però un risarcimento alle famiglie dei pescatori uccisi. I familiari delle vittime hanno accettato il pagamento: le famiglie di Jelestein e Ajesh Binki si divideranno in parti uguali 80 milioni di rupie; le restanti 20 milioni andranno al proprietario del peschereccio, rimasto ferito nell’incidente.

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