Alcuni settori sono in crisi profonde per le chiusure invernali e potranno presto tornare a respirare.
Si potrà ripartire forse a maggio con ristoranti a pranzo e a cena sfruttando gli spazi all’aperto.
Ma ripartenza anche per palestre, cinema, teatri e musei. Le Regioni sono pronte a presentare la bozza con le linee guida per far ripartire tutte le attività al Governo, mantenendo le misure per evitare il contagio da coronavirus.
Il documento sarà presentato giovedì, nel corso della Conferenza Stato-Regioni, quando sarà discussa l’eventualità di un allentamento di misure, divieti e restrizioni anti Covid in Italia se l’andamento dei contagi e della campagna vaccinale lo consentiranno.
“Obiettivo del documento che presenteremo al governo giovedì – dice il neo presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia- è garantire la massima sicurezza quando ci saranno le riaperture”.
Già, ma quando? E’ presto per dirlo. Anche se il ministro Giancarlo Giorgetti si mostra fiducioso: “La decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri”, dice a margine dell’incontro con il Fipe.
Per Draghi però c’è una condizione che viene prima di tutte le altre: la tutela della salute. Dunque riaprire solo se la curva epidemiologica e la campagna vaccinale lo consentiranno, dopo aver ‘scudato’ anziani e fragili.
Perciò tutto è ancora da vedere, “alla luce dei contagi e del quadro, per giunta col l’altolà al vaccino J&J – ragiona un ministro ‘rigorista’ – è lunare ora pensare di tornare a vivere di sera”. Ma una parte dell’esecutivo e delle Regioni sembra voler accelerare.
Coprifuoco – Nel governo, qualcuno -spiegano fonti dell’esecutivo all’Adnkronos- valuta l’ipotesi di spostare più avanti le lancette del coprifuoco, dalle 22 a mezzanotte, una richiesta che potrebbe essere avanzata già la settimana prossima. E che farebbe il paio, si ragiona nel governo, con la richiesta che sarebbe stata avanzata dal premier Mario Draghi al Cts, ovvero mettere nero su bianco dei protocolli che non siano anti-economici, con un occhio attento ai settori più in sofferenza. E non c’è dubbio che quello dei ristoranti lo sia.
Musei, cinema e teatri – A maggio dovrebbero riprendere anche le attività culturali di cinema e teatri. Il ministro Franceschini ha presentato un nuovo protocollo al Comitato tecnico scientifico, per consentire che la riapertura, già prevista nelle ‘Zone gialle’, possa avvenire con una maggiore presenza di pubblico.
Il ministro ha proposto inoltre di consentire alle regioni di sperimentare in determinati luoghi all’aperto, eventi con numero maggiore di spettatori, introducendo misure aggiuntive di sicurezza, come già avvenuto in altri paesi europei.
Sport – A giugno si torna allo stadio, con l’Olimpico di Roma aperto per Euro 2021, con il 25% del pubblico -almeno- sugli spalti. “Abbiamo lavorato tanto per ottenere questo risultato che non riguarda solo il calcio, ma tutto lo sport italiano. Non si tratta solo di riaprire uno stadio, ma di un momento simbolo. Quel giorno – è l’auspicio di tutti sarà il momento culmine di un percorso di ripartenza di tutto il movimento sportivo”.
Sono le parole del Sottosegretario al Governo con delega allo sport Valentina Vezzali dopo l’ok del Governo al pubblico agli Europei per almeno il 25% della capienza come richiesto dal’Uefa.
Quanto alla riapertura delle palestre, allo stato attuale l’ipotesi sarebbe quella di un via libera solo a lezioni individuali.
Speranza – “Premesso che tutto dipenderà dai dati, l’ipotesi di lavorare in modo particolare” sulle riaperture per attività “all’aperto è un’ipotesi che personalmente mi convince molto. Poi dovremo chiaramente confrontarci con i nostri scienziati e con i nostri tecnici in sede di governo, ma tutti i dati che ho visto indicano che all’aperto c’è sicuramente una minore possibilità di contagio”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, nel suo intervento a Porta Porta, in onda questa sera su Raiuno. “Credo quindi – ha aggiunto Speranza – che la stagione della primavera inoltrata potrà aiutarci a recuperare alcune attività all’aperto”.
“Abbiamo bisogno di essere prudenti perché fare un passo un po’ più lungo può farci tornare indietro -ha rimarcato il ministro-. La volontà di tutto il governo però va nella direzione di verificare settimana per settimana i dati del contagio e costruire una modalità che ci consenta di far ripartire una serie di attività ma senza correre rischi e di ripartire in sicurezza”. Alla domanda se ci si possa aspettare le riaperture nel mese di aprile, Speranza ha risposto: “Questo ce lo diranno i dati. Il decreto vigente dura fino al 30 aprile, credo sia sicuramente lecito aspettarsele per maggio”.
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