Vaccino Johnson & Johnson e i casi sospetti di trombosi: ecco cosa dicono i nostri virologi
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Vaccino Johnson & Johnson e i casi sospetti di trombosi: ecco cosa dicono i nostri virologi

Burioni: "Simile ad AstraZeneca". Viola: "Speriamo stavolta ci si muova coordinati"

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14 Aprile 2021 - 07.58


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Il Johnson and Johnson è arrivato proprio oggi in Italia, sono 184mila le dosi del primo lotto già consegnate nel nostro Paese che nel pomeriggio saranno all’hub nazionale della Difesa di Pratica di Mare. Ma cosa dicono gli esperti sugli effetti collaterali del farmaco?

“Sei casi di trombosi su quasi 7 milioni di somministrazione di vaccino anti-Covid J&J sono un rischio molto basso. Quando si fa un esame diagnostico con mezzo di contrasto con il gadolinio, c’è una probabilità su un milione di morire. E le probabilità aumentano dai 3 ai 5 su un milione se si usa un mezzo di contrasto iodato. Cosa succederebbe se si bloccassero questi esami sulla base di tale rischio?”. Commenta così, all’Adnkronos Salute, Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, la raccomandazione dei Centers for Disease Control and Prevention e la Food and Drug Administration americani di ‘mettere in pausa’ l’uso del vaccino Johnson&Johnson.

“Ci stiamo concentrando su pochi casi per milione di morte seguita ad una rara trombosi forse causata da certi vaccini” contro Covid-19, “mentre la trombosi coagulativa diffusa causata dal virus ci uccide a milioni, e non in senso figurato”. Dopo lo stop precauzionale negli Usa al vaccino di Janssen (gruppo Johnson&Johnson), il biologo Enrico Bucci, docente negli States alla Temple University di Philadelphia, spiega con una metafora ‘etologica’ perché è sbagliato avere paura di questi episodi tromboembolici anomali segnalati dopo la somministrazione del vaccino di AstraZeneca prima e ora anche di quello J&J. “I ragni del genere Argiope sono chiamati ‘ragni tigre’ in inglese, a causa della loro livrea a strisce – scrive Bucci in un post su Facebook – Se ne trovassimo uno di qualche specie tropicale, potremmo essere impressionati dalle dimensioni, dall’aspetto feroce e certamente dai racconti sugli occasionali morsi inflitti agli umani che lo hanno disturbato. Potremmo decidere di focalizzare tutta la nostra attenzione sui ragni tigre, accendendo un riflettore su questa specie e studiando ogni dettagli alla lente d’ingrandimento. Nel farlo, potremmo dimenticarci di ogni altra cosa; ma se, nell’ombra, una tigre vera fosse pronta a ghermirci, non sarebbe tanto furbo concentrarsi sul ragno tigre. Ecco, stiamo facendo esattamente la stessa cosa”: concentrarci sul ragno, il rarissimo effetto avverso forse correlato alla vaccinazione, ignorando la tigre Covid. “La tigre è quella”, è la malattia, avverte lo scienziato. “Non lasciate che il ragno attiri tutta la vostra attenzione e ricordate che i riflettori di media e istituzioni su certe cose, come tutti i riflettori, mettono in evidenza alcune cose, ma ne oscurano molte altre”.

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“Il vaccino Johnson & Johnson è simile a quello AstraZeneca, e simili purtroppo potrebbero essere anche gli effetti collaterali”, scrive su Twitter Roberto Burioni, virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commentando la notizia. “Indispensabile – sottolinea Burioni – una sorveglianza accurata e un’attenzione particolare alla comunicazione”.

“La Fda sospende in via precauzionale il vaccino J&J a causa di 6 eventi di trombosi in donne giovani. Anche Ema sta rivalutando i dati a disposizione per il vaccino J&J. Speriamo davvero che, almeno in questo caso, ci si muova tutti in maniera coordinata”. Esprime intanto questo auspicio Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, con un tweet dopo l’annuncio delle autorità sanitarie americane.

Sul vaccino Johnson & Johnson “speriamo che in Europa ci sia una voce unica e una decisione univoca”, twitta quindo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, spostando i riflettori sull’Europa dopo la sospensione precauzionale del vaccino negli Usa.

Lo stop al vaccino J&J in Usa deciso dall’Fda per rarissimi casi di trombosi “diciamo che ce lo aspettavamo, visto che è una tipologia di vaccino molto simile ad AstraZeneca. Ma parliamo davvero di pochissimi casi su quasi 7 mln di somministrazione di J&J. Dobbiamo essere cauti nell’andare alle conclusioni perché il panico non serve in una situazione come questa”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Claudio Mastroianni, direttore del Dipartimento di Malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma. Sono 184mila le dosi del vaccino Johnson & Johnson che arriveranno nel pomeriggio di oggi all’hub di Pratica di Mare (Roma). “Qualsiasi decisione da parte dell’Italia è oggi prematura – chiarisce Mastroianni – quando si usano farmaci o vaccini vecchi e nuovi ci sono effetti collaterali. Solo il riscontro con le immunizzazioni di massa può darci i dati e avere un quadro chiaro. Mi pare prematuro pensare ad uno stop preventivo di qualcosa che ancora non abbiamo, forse l’Ema seguirà l’agenzia americana Fda e provvederà a dare delle raccomandazione visto che l’età dei casi di trombosi è limitata ad una fascia specifica”.

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“Io credo che gli organismi di controllo come l’Fda e l’Ema abbiano il dovere di fermarsi per fare ulteriore chiarezza di fronte a eventi di reazioni gravi che emergono”. Lo dice all’Adnkronos Salute Roberto Cauda, direttore dell’Istituto di Clinica delle Malattie infettive dell’Università Cattolica di Roma. “Non dimentichiamoci – spiega Cauda – che tutti questi vaccini sono stati testati su diverse migliaia di persone però se l’evento è raro lo si vede solo e soltanto se vaccini milioni e milioni di persone. È illusorio pensare che ci sia un vaccino o un farmaco privo di effetti collaterali. Basta leggere il bugiardino anche di farmaci di largo consumo che prendiamo con leggerezza per osservare che ci possono essere rarissime forme anche gravi di effetti collaterali. Quindi non deve stupire questo. Di fronte a un vaccino nuovo poi la cautela è d’obbligo. Non la leggo in senso negativo ma in senso positivo: lo stop per fare ulteriore chiarezza e poi – sottolinea – ripartire molto più convinti”.

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Il vaccino di J&J e AstraZeneca sono simili e, sulle cause che degli effetti collaterali sottolinea Cauda, “ci sono due aspetti da chiarire: è l’adenovirus di scimpanzé o è il dna montato nell’adenovirus? Questo credo che per ora nessuno lo sappia nessuno e quindi dovrà essere chiarito. Però attenzione – ribadisce l’infettivologo – : si tratta di alcuni casi su milioni di dosi somministrate quindi non vorrei sembrare irrispettoso ma sul British medical journal in una classifica del rischio si faceva notare che c’è un maggior rischio di cadere nel bagno che avere una reazione grave al vaccino. Un caso su un milione – sottolinea sempre all’Adnkronos – viene considerato ‘trascurabile’ il che non vuol dire che va tutto bene. Va bene ma va in qualche modo quantizzato e va soprattutto informata l’opinione pubblica in modo corretto perché c’è una stragrande maggioranza di vantaggi nell’assumerlo piuttosto che non assumerlo. Non dobbiamo dimenticarci – conclude Cauda – che a fronte di questi casi molto gravi ci sono ogni giorno registrati in Italia una quota variabile dai 200 ai 600 decessi per Covid”.

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