Miozzo commenta la scelta della scuola in presenza al 100%: “Più rischi per i ragazzi con le aule chiuse”

Scettici i presidenti delle Regioni, per Fontana (Lombardia): "Scuola 100%-Trasporti 50%, equazione insostenibile"

Agostino Miozzo
Agostino Miozzo
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20 Aprile 2021 - 07.57


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La riapertura delle scuole in presenza è stata fortemente voluta da Mario Draghi ed è certamente un segnale politico inequivocabile.
Ma tra il dire e il fare, soprattutto con la questione dei trasporti, c’è di mezzo un mare enorme.
Per Agostino Miozzo, le scuole devono riaprire, ”è un potenziale rischio, è vero, ma lo è anche continuare a tenerle chiuse”.
Miozzo: “Più rischi per i ragazzi con le aule chiuse”. 
In un’intervista , Miozzo non nega i rischi derivanti dallo “spostamento di massa di studenti e personale scolastico, fino a 10 milioni di persone ogni giorno”. 
Sul nodo trasporto pubblico dice che “ne parliamo da aprile 2020, un anno è passato invano, in molte realtà senza il necessario potenziamento del servizio, in altre qualcosa è stato fatto. Di fronte a un deficit dei trasporti, l’unica soluzione a breve è scaglionare gli ingressi degli studenti e allungare l’orario, se necessario riorganizzando le presenze del personale scolastico, ci sono i soldi per coprire i costi. 
Così si riduce il rischio di assembramenti”.
Le preoccupazioni sono “comprensibili, ma invito tutti – afferma Miozzo – a riflettere su cosa vorrebbe dire lasciare i ragazzi in giro, da soli e senza controllo.
Con le riaperture programmate nelle prossime settimane, non resteranno certo chiusi in casa e le aggregazioni extrascolastiche sono molto più pericolose. 
Poi per me la preoccupazione è piuttosto la salute mentale di un’intera generazione: basta vedere l’aumento delle consulenze psichiatriche, i tentati suicidi e gli atti di autolesionismo, l’esplosione di una violenza assurda, con risse organizzate a tavolino. 
È un disastro, che non possiamo ignorare”.
Giovannini: “Ripensare gli orari di scuole e uffici”. 
Il “rischio ragionato” di cui ha parlato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e che sta alla base della ripartenza di scuole e pubblici esercizi “non è una scelta solo di Draghi: è una scelta del governo nel suo complesso” spiega il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, in un’intervista alla Stampa. 
Sul fronte dei trasporti arriviamo “con il forte investimento fatto dal governo precedente proprio per potenziare le linee di trasporto pubblico locale, stanziamento che le amministrazioni locali hanno utilizzato. 
Adesso, a partire da oggi, dobbiamo ragionare con loro se è possibile potenziare ulteriormente il servizio”. 
Allo studio – sottolinea Giovannini – “abbiamo una serie di nuove ipotesi che valuteremo con le Regioni per aumentare la sicurezza sui mezzi pubblici, tra cui quella di sanificare più volte al giorno i mezzi di trasporto, un elemento visibile che rassicura i viaggiatori”. 
Secondo Giovannini, “in prospettiva occorre ripensare gli orari delle città nel loro complesso, non solo delle scuole ma anche degli uffici e ragionare sulla pressione sui mezzi pubblici, che però, forse, sarà attenuata dal fatto che molte imprese e molte amministrazioni pubbliche comunque continueranno col lavoro a distanza”.
Fontana: “Scuola-Trasporti, equazione insostenibile”.
Per quanto riguarda la riapertura del trasporto pubblico, “i tavoli con Prefetture sono sempre aperti, ma dobbiamo risolvere il problema dell’equazione insostenibile che vede le scuole al 100% e la copertura dei treni al 50%. 
Questo è un problema che abbiamo già evidenziato al governo. Nell’incontro previsto nel pomeriggio sentiremo le riflessioni del governo” afferma il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: “Ci sono in campo una serie di soluzioni, una delle quali sarebbe quella di dilazionare l’ingresso degli studenti nelle scuole”.
Garattini: “Un pericolo riaprire senza le condizioni adatte”. 
“Dire che la scuola è una priorità va bene” perché “questo è il momento in cui nei giovani il cervello sta crescendo” e mancano “una serie di impulsi che caratterizzano l’apprendimento ma anche i contatti con gli altri. 
Però bisogna mettere le condizioni adatte”. Lo afferma Silvio Garattini, farmacologo e presidente dell’Istituto Mario Negri.
“Abbiamo avuto un anno per mettere mano ai trasporti – ha sottolineato – da giugno lo sapevamo, da quando hanno chiuso le scuole e da quando non le hanno proprio riaperte. Sapevamo i problemi: i trasporti per andare e l’uscita dalla scuola. 
Se non le organizzi, la scuola diventa un pericolo invece che qualcosa di utile per i ragazzi”. “Il problema è che questa è una cosa nuova? Lo era un anno fa – ha ribadito – adesso non possiamo più dire che è una cosa nuova, dobbiamo fare quello che è necessario fare”.

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