Cartabellotta (Gimbe): "Riaprire? Atto coraggioso ma molto rischioso"
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Cartabellotta (Gimbe): "Riaprire? Atto coraggioso ma molto rischioso"

Il presidente di Gimbe: "Calano i contagi ma in 12 regioni le terapie intensive sono in affanno. Ancora lontano l'obiettivo di Figliuolo"

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22 Aprile 2021 - 13.27


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Il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta, nel rapporto settimanale sui contagi da Covid, ha dichiarato che il decreto Riaperture approvato ieri dal Consiglio dei ministri è basato su un ‘rischio ragionato’: è una decisione politica presa sul filo del rasoio se guardiamo ai dati della pandemia e alle coperture vaccinali, ma al tempo stesso un coraggioso atto di responsabilità del Governo per rilanciare numerose attività produttive e placare le tensioni sociali che affida ai cittadini una grande responsabilità”. 
“Chiaramente – ha aggiunto – se le graduali riaperture saranno interpretate come un ‘liberi tutti’, una nuova impennata dei contagi rischia di compromettere la stagione estiva”.

Calano i casi, ma terapie intensive in affanno

Dal report emerge che nella settimana che va da 14 al 20 aprile c’è stata una riduzione di nuovi casi (-7,8%) e decessi (-17,5%).
Continua ad alleggerirsi la pressione sugli ospedali, ma 12 Regioni rimangono sopra la soglia di saturazione per le terapie intensive.
In particolare, si registra un calo di nuovi casi, 90.030 contro i 106.326 della settimana precedente, e di decessi (2.545 contro 3.083). In discesa anche i casi attualmente positivi (482.715 contro 519.220), le persone in isolamento domiciliare (456.309 contro 488.742), i ricoveri con sintomi (23.255 contro 26.952) e le terapie intensive (3.151 contro 3.526.

“La circolazione del virus nel nostro Paese – ha dichiarato Nino Cartabellotta – rimane ancora sostenuta. Con la progressiva riduzione dei nuovi casi settimanali, i casi attualmente positivi, raggiunto il picco della terza ondata il 5 aprile (570.096), sono scesi a 482mila, numero molto elevato e sottostimato dall’insufficiente attività di testing & tracing”.
Peraltro, il dato nazionale risente di eterogenee situazioni regionali: infatti, la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 6 Regioni.

 “Gradualmente si allenta anche la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – ma il numero di posti letto occupati, sia in area medica che in terapia intensiva è ancora elevato in numerose Regioni”.
Nello specifico, in area medica, la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (con 29.337 casi) e ha iniziato la discesa con una riduzione del 20,7% in 14 giorni; tuttavia i numeri assoluti rimangono elevati (23.255) e l’occupazione da parte dei pazienti Covid supera il 40% in 4 Regioni.

Per quanto riguarda le terapie intensive, la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (3.743), ma la discesa è più lenta, con una riduzione del 15,8% in 14 giorni; restano occupati 3.151 posti letto e in 12 Regioni la soglia di saturazione supera il 30%. “Numeri ancora alti anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – ha spiegato Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione – con una media mobile a 7 giorni di 182 ingressi quotidiani, seppure in diminuzione da un mese”.

Cambio di passo nella campagna vaccinale

La campagna vaccinale registra un sensibile cambio di passo, ma per raggiungere l’obiettivo del commissario Figliuolo mancano oltre 180mila somministrazioni al giorno.  “Nelle ultime due settimane – ha spiegato il presidente di Gimbe – sono state consegnate circa 5,7 milioni di dosi: numeri in crescita, ma ancora lontani dal garantire le 3,5 milioni di somministrazioni settimanali del Piano Figliuolo”.

In particolare, al 21 aprile (aggiornamento ore 7.38) il 18,8% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (11.240.182) e il 7,8% ha completato il ciclo vaccinale con la seconda dose (4.654.357), con notevoli differenze regionali. Nonostante l’incremento del 35,5% delle dosi inoculate nelle ultime tre settimane, al 20 aprile la media mobile a 7 giorni delle somministrazioni rimane a quota 315.506 al giorno: oltre 180mila in meno delle 500mila previste dal Piano per metà aprile.

Rispetto alla copertura delle categorie prioritarie definite nell’ordinanza del 9 aprile del commissario straordinario, a fronte di notevoli differenze regionali, l’analisi del dato nazionale rileva:

 

– over 80: degli oltre 4,4 milioni, 2.282.611 (51,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.336.007 (30,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.
– Soggetti fragili e loro caregiver: dal 20 aprile nel database ufficiale è stata aggiunta una specifica categoria di rendicontazione che riporta 1.847.928 dosi somministrate.
– Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 284.113 (4,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.133.528 (35,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
– Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 438.890 (6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 965.448 (13,1%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Al fine di garantire l’irreversibilità delle riaperture, pertanto, la Fondazione Gimbe “esorta Governo e Regioni ad elaborare una strategia esplicita e condivisa per arginare la verosimile risalita dei contagi e, soprattutto, un piano di medio-lungo periodo per uscire dalla pandemia che tenga conto, oltre che delle coperture vaccinali, di scenari epidemiologici e criticità mai risolte in 14 mesi di pandemia”.

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